Tunisia: detenuti politici lanciano la sfida alle autorità

Sei detenuti politici rinchiusi nel carcere di Mornaguia sono in sciopero della fame per chiedere una Tunisia "pienamente democratica"

Foto di Hammami Ghazi su Unsplash

Sei detenuti politici rinchiusi nelle carceri tunisine per il caso noto come “complotto contro la sicurezza dello Stato” hanno scritto una lettera per difendere il loro diritto alla “piena cittadinanza”. Il presidente Saied risponde: “La Tunisia è ferma sulla sua sovranità e non cederà alle pressioni”.

Tunisia: detenuti politici lanciano sfida alle autorità

E’ un grido di battaglia dal carcere, in cui sono rinchiusi dal mese di febbraio, quello lanciato da 6 detenuti politici nel caso noto come “complotto contro la sicurezza dello Stato”, che vede dietro le sbarre in tutto una ventina di politici, attivisti, giornalisti. Jaouhar Ben Mbarek, Issam Chebbi, Ghazi Chaouachi, Ridha Belhaj, Abdelhamid Jelassi e Khayam Turki, che dalla settimana scorsa sono anche in sciopero della fame. E che oggi hanno voluto tendere nota attraverso il loro avvocato Dalila Ben Mbarek Msaddek una lettera scritta dal carcere di Mornaguia.

“Non troviamo le parole per esprimere il nostro orgoglio, la nostra gratitudine e il nostro amore per la vostra unità e la vostra condanna di questa pagliacciata giudiziaria e politica che ha portato via tutte le conquiste della rivoluzione e tutto ciò che le generazioni successive hanno costruito per costruire una Tunisia moderna”.

“Questo paese oggi è dislocato… questo paese governato dal manganello della polizia e dall’intimidazione della giustizia. Non ci restano che i nostri corpi per difendere il nostro diritto alla piena cittadinanza, il nostro diritto a contribuire alla cosa pubblica, il nostro diritto alla lotta pacifica e civile per costruire una Tunisia libera, giusta e democratica”. “La nostra lotta oggi è la lotta a stomaco vuoto contro l’ingiustizia, contro la tirannia, contro la detenzione arbitraria, contro lo stato di eccezione, contro il governo autoritario, contro un sistema giudiziario sottomesso e contro l’accettazione dello status quo. Combatteremo questa battaglia con onore, proprio come abbiamo combattuto molte battaglie precedenti. La lotta politica non ci è estranea, siamo cresciuti con essa e continueremo, finché i nostri cuori batteranno e la vita scorrerà nelle nostre vene. Grazie a tutti gli attivisti, a tutti i partiti politici e alle organizzazioni. Grazie per il vostro sostegno. Grazie per la vostra solidarietà e vi promettiamo una vittoria certa, perché la patria è nostra, i principi sono radicati in noi e la nostra fiducia in un futuro migliore non vacilla, non importa quanto dura sia la repressione. Viva la Tunisia e gloria ai martiri”.

Saied: “La Tunisia ha la sua sovranità, non cede a pressioni”

“La Tunisia è ferma sulla sua sovranità e non cederà alle pressioni perché la sovranità statale ha la precedenza su ogni altra considerazione”. Lo ha affermato il presidente tunisino Kais Saied, parlando delle relazioni del Paese in riferimento alla scena regionale e internazionale, ricevendo il ministro degli Esteri, Nabil Ammar, al Palazzo di Cartagine. “Il nostro Paese tratterà con i suoi partner su un piano di parità in un quadro di rispetto reciproco”, ha affermato il capo dello Stato secondo quanto si legge in una nota della presidenza. Durante l’incontro è stata discussa inoltre la necessità di accelerare al più presto i movimenti diplomatici e consolari. L’accento è stato posto sulla necessità che le ambasciate e i consolati si assumano pienamente le proprie responsabilità per rappresentare la Tunisia al massimo livello, difendere i suoi interessi e fornire i migliori servizi ai cittadini all’estero, secondo la nota.

Fonte: Ansa