Indonesia, al via la Giornata della Gioventù Asiatica

Si svolgerà nella città di Yogyakarta, nell’arcidiocesi di Semarang, la settima Giornata della gioventù asiatica. L’ultima edizione risale al 2014, celebrata in Corea del Sud alla presenza di Papa Francesco. E ora l’Indonesia, il più grande Paese islamico del mondo, si prepara ad accogliere circa 3 mila giovani cattolici, dal 2 al 6 agosto, provenienti da oltre 21 Stati dell’Asia per testimoniare e vivere il Vangelo, lanciando un forte grido contro l’estremismo. L’evento è molto importante per l’arcipelago, minacciato dai gruppi di islamisti radicali. In un’intervista rilasciata alla Radio Vaticana, Valeria Martano della Comunità di Sant’Egidio spiega l’importanza di questo evento: “La situazione è molto delicata, indubbiamente in grande sviluppo, per la quale è giusto trepidare un po’. Perché l’Indonesia è il Paese musulmano più popoloso del mondo; ha mantenuto sempre questa tradizione democratica, pluralista, fondata sull’ideologia della “Pancasila”, che riconosce l’unità del Paese nella diversità delle tradizioni religiose, e promuove la giustizia sociale. Tuttavia questa situazione è messa a dura prova da un momento di tensione che fa pensare che ci sia un’insorgenza delle frange radicali”.

La situazione in Indonesia

“La situazione è molto complessa – prosegue Martano -. Da un certo punto di vista le due grandi organizzazioni musulmane indonesiane (la Nahdlatul Ulama e Muhammadiyah: due orientamenti lievemente diversi, anche se entrambe si incanalano sullo spirito della ‘Pancasila’, ovvero il sistema di principi sui quali si basa la Costituzione indonesiana), stanno cercando, anche con strategie diverse, di mantenere dritta la barra del timone del Paese nel senso del pluralismo. Da parte del governo è stata istituita proprio un’unità speciale di protezione della ‘Pancasila’: è una novità, un organismo nuovo, giovane, tutto da costruire; però è interessante il fatto che si sia scelta una via di contenimento delle frange radicali dal punto di vista culturale, ideologico, che insista cioè soprattutto nella società civile. Allo stesso tempo ci sono state delle leggi speciali per mettere invece fuori legge alcune associazioni particolarmente estremiste. È un momento estremamente delicato e anche pericoloso, perché l’anno prossimo ci saranno varie tornate elettorali; e quindi è chiaro che questa insorgenza radicale stia cercando un po’ di giocarsela il più possibile”.

L’importanza della democrazia

La tutela del sistema democratico dell’Indonesia è particolarmente importante per l’equilibrio dell’intera regione. “Stiamo parlando di un arcipelago immenso, una popolazione di 250 milioni di persone in grande sviluppo economico, e in cui effettivamente il vivere insieme ha consentito un grosso sviluppo del Paese. Perdere queste capacità sarebbe veramente una cosa molto preoccupante anche per l’area, per quello che sta succedendo nelle Filippine, in Malaysia…”

Un’opportunità per aprirsi al mondo

Cosa rappresenta questo evento per il Paese e per la Chiesa indonesiana? Secondo Valeria Martano rappresenta, soprattutto per i giovani “una grande apertura, un momento di apertura molto importante; perché l’Indonesia è un arcipelago: c’è un problema di comunicazione linguistica che a volte crea difficoltà nei rapporti con il resto del mondo, anche alla gioventù indonesiana. E invece questo affluire di tanti giovani – saranno circa tremila – da vari Paesi asiatici, è atteso con molto entusiasmo. Io l’ho verificato anche nelle nostre comunità: noi abbiamo per esempio un movimento dei giovani per la pace a cui aderiscono ragazzi che sono musulmani – conclude -; e all’interno della Giornata asiatica della Gioventù questo troverà spazio”.