Gaffe di Haley: “Lavoro il 4 luglio per colpa della Corea”. Insulti dai social: “Vuoi una vacanza? Dimettiti”

Il governo Trump colleziona un’altra figuraccia sui social. Questa volta, a parlare è l’ambasciatore Usa all’Onu, Nikki Haley, che affidando a Twitter un suo sfogo, è diventata il bersaglio di numerose critiche. La politica americana si è lamentata di aver dovuto passare la festa dell’Indipendenza, il 4 luglio, tra meeting e riunioni per colpa della Corea del Nord. “Sto passando il mio 4 di luglio in meeting tutto il giorno. #ThanksNorthKorea”, ha twittato Haley, provocando una serie di commenti, alcuni sarcastici ma altri più esplicitamente critici. “Per che tipo di lavoro credevi di aver firmato?”. “Questo è il tuo lavoro 24h per 7 giorni fino a quando ci sei. Vuoi una vacanza? Lascia”. Dopo l’ultimo test missilistico effettuato dalla Corea del Nord, gli Stati Uniti hanno chiesto una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza Onu.

Un governo di gaffe

Fin dal suo insediamento alla Casa Bianca, ma già durante la sua campagna elettorale, il presidente Trump è stato bersaglio di derisioni e critiche, in particolare sui social, a causa delle sue gaffe. Tra le più recenti, ricordiamo il suo post su Facebook con il quale ha dimostrato di non conoscere i confini geografici dell’Italia. Lo scorso 20 maggio, Trump ha pubblicato sulla sua pagina la mappa dei Paesi che avrebbe visitato in occasione del suo primo viaggio fuori dagli Stati Uniti (viaggio in Arabia Saudita, Israele, Roma, Bruxelles e Taormina). Ma nella cartina, il repubblicano ha identificato la Città del Vaticano come l’Italia, annoverando anche la Corsica alla Penisola.

Un attentato mai avvenuto

Altra gaffe, di livello internazionale, risale al 17 febbraio 2017, quando Donald Trump, durante un comizio a Melbourne, in Florida, dichiarò la sua solidarietà alla Svezia per un attentato: “Guardate cosa sta succedendo – affermò –. Dobbiamo mantenere il nostro Paese sicuro. Guardate quello che sta succedendo in Germania, guardate quello che è successo la notte scorsa in Svezia. In Svezia, chi può crederci? Stanno avendo problemi che non avrebbero mai pensato di avere”. In realtà, in Svezia non era ancora accaduto nessun attentato. Accorgendosi dello sbaglio, il presidente Usa spiegò che la sua dichiarazione era arrivata dopo aver visto un servizio televisivo della Fox. Ma in quel servizio non si faceva alcun riferimento agli attacchi in Svezia, solo all’afflusso di migranti in Scandinavia e ad un attentato avvenuto a Stoccolma nel 2010.