Coronavirus, la Ue si mobilita in aiuto di vino e ortofrutta italiana

La Ue ha deciso diverse misure straordinarie, tra cui l'aumento al 70% del contributo per l'ortofrutta e per il settore vinicolo

L’Unione Europea (Ue) si mobilita per sostenere economicamente il comparto vinicolo e ortofrutticolo italiano ed europeo pesantemente colpito dal coronavirus. La Ue ha infatti deciso misure straordinarie. Nello specifico: un aumento dal 50 al 70% del contributo ai programmi delle organizzazioni di produttori di ortofrutta. L’aumento fino al 70% del contributo Ue ai programmi nazionali del settore vinicolo. L’autorizzazione a derogare temporaneamente alle regole Ue sulla concorrenza per i produttori di vino. Infine, la possibilità per gli Stati di anticipare i pagamenti per il sostegno alla distillazione di crisi. Le misure supplementari – adottate oggi dalla Commissione europea – vogliono tutelare i due settori più penalizzati dalla chiusura di bar e ristoranti. Servono inoltre a contenere i problemi derivati dalla mancanza di manodopera nei campi, causati dalla chiusura delle frontiere.

Coldiretti

In merito, la Coldiretti ha appena stilato un rapporto sulla presenza di manodopera bengalese in italiani. Secondo lo studio, erano oltre 5500 i lavoratori agricoli provenienti dal Bangladesh impegnati nelle campagne italiane prima dell’emergenza coronavirus. Gli arrivi da braccianti extracomunitari – sottolinea la Coldiretti – sono stati fortemente contenuti dal mantenimento all’ingresso in Italia dell’isolamento fiduciario e della sorveglianza sanitaria nonostante l’apertura delle frontiere Ue dal primo luglio.

La sospensione dei voli da Dacca

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha infatti sospeso per una settimana i voli in arrivo dal Bangladesh a seguito del numero significativo di casi positivi al Covid-19 su un volo proveniente da Dacca. In questo contesto particolare, il 15 giugno è iniziato il richiamo in Italia di circa 150mila lavoratori stagionali comunitari regolari necessari per salvare i raccolti nazionali nelle campagne. La comunità di lavoratori agricoli stranieri più presente in Italia – spiega Coldiretti – è quella rumena con 107.591 occupati. Ma tra gli europei ci sono anche polacchi (13.134) e bulgari (11.261).

Il rebus dei voucher agricoli

Sono però anche necessari – avvisa la Coldiretti – un piano per la formazione professionale e una radicale semplificazione del voucher agricolo – sui quali c’è “chiusura ideologica” da parte del Governo – che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne. Sarebbe un rilancio economico in un momento in cui molte attività economiche sono rallentate con tanti lavoratori in cassa integrazione.