La figlia di Asia Bibi: “Grazie per le vostre preghiere”

Eisham, la figlia di Asia Bibi, ha rilasciato la prima dichiarazione dopo la notizia della liberazione della madre dal carcere femminile di Multan.

La felicità della figlia

In un videomessaggio indirizzato ad “Aiuto alla chiesa che soffre”, la giovane ha commentato la scarcerazione della contadina cattolica assolta dalla Corte suprema di Islamabad: “Non ho ancora incontrato mia madre – ha rivelato Eisham – ma sono molto felice che sia sta liberata”. “Quando la incontrerò – ha aggiunto – sicuramente la abbraccerò molto forte e piangerò insieme a lei“. Nel video, pubblicato sul profilo Twitter ufficiale dell'associazione di diritto pontificio nata nel 1947 per aiutare i cristiani perseguitati nel mondo, Eisham ha anche fatto un riferimento al sostegno avuto da persone di tutto il mondo in questi anni di sofferenza per l'ingiustizia subita dalla sua famiglia: “So che siete tutti molto felici per la liberazione di mia madre, grazie per tutte le vostre preghiere“. 

Dov'è Asia Bibi ora?

C'è ancora mistero, intanto, sulla località dove si trova oggi Asia Bibi dopo che le porte del carcere di Multan si sono aperte il 7 novembre scorso. Finora si sa che la donna è stata imbarcata su un aereo diretto verso la capitale pakistana dove ha potuto riabbracciare il marito, Ashiq Masih. Il primo pensiero della contadina cattolica una volta liberata è stato di ringraziamento al Signore, l'ennesima dimostrazione di una fede che quasi un decennio di ingiusta e dolorosa detenzione non ha affatto scalfito: “Grazie a Dio. Sia lode al Signore. Sono libera“.

L'asilo nei Paesi Bassi

Le indiscrezioni filtrate sulla sorte attuale di Asia sembrerebbero portare all'Europa: il suo avvocato, il mussulmano Saif ul-Mulook, a seguito delle minacce di morte subite per aver difeso la sua cliente, ha abbandonato il suo Paese natale ed è atterrato ad Amsterdam lunedì scorso. L'arrivo del legale nella capitale olandese ha fatto pensare che anche Asia Bibi possa aver chiesto asilo nei Paesi Bassi, sede dell'associazione no-profit “Stichting Hulp Vervolgde Christenen” che ha pagato in questi anni le spese legali della causa. Un'indiscrezione confermata dallo stesso Saif ul-Mulook che ha ammesso alla stampa americana che è stata già presentata una domanda di asilo ai Paesi Bassi. Bisognerà vedere, ora, se il governo pakistano lascerà partire Asia Bibi o cederà alle pressioni della piazza animata dagli islamisti più radicali.