Diocesi di Piacenza-Bobbio, epoche artistiche a confronto. Crocevia di culture

Istituzioni civili e religiose cooperano a Piacenza: il passaggio artistico tra mondo antico e mondo moderno come luogo di incontro tra le civiltà di Oriente e Occidente

Piacenza
Paladino Piacenza è parte del programma di Piacenza 2020/21. Promosso da un comitato composto dal comune di Piacenza, dalla fondazione di Piacenza e Vigevano e dalla diocesi Piacenza-Bobbio. In linea con il tema ‘‘Crocevia di culture”, con cui Piacenza si è candidata al titolo di capitale italiana della cultura. Istituzioni civili e religiose cooperano. La riflessione condivisa sul passaggio artistico tra mondo antico e mondo moderno. Luogo di incontro tra le civiltà di Oriente e Occidente.
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Piacenza, arte del confronto

Sarà prorogata fino al 28 febbraio, Paladino Piacenza. L’iniziativa, curata da Flavio Arensi ed Eugenio Gazzola, si articola nel cuore di Piacenza. In piazza Cavalli propone un insolito confronto tra due maestri dell’arte moderna e contemporanea. E cioè Francesco Mochi da Montevarchi (1580-1654) e Mimmo Paladino (1948). Si tratta di un’occasione unica in questo momento di restrizioni a causa del Covid. E consente di continuare ad ammirare le statue equestri in bronzo di Alessandro e Ranuccio I Farnese. Realizzate tra il 1612 e il 1628. Capolavoro indiscusso della statuaria barocca. E uno dei simboli di Piacenza. Dialogano con un’installazione di grandi dimensioni. Realizzata appositamente dall’autore campano. Tra i più riconosciuti esponenti dell’arte italiana a livello internazionale.

Icona

L’intervento di Mimmo Paladino consiste in un’installazione monumentale. Collocata al centro di piazza Cavalli. In posizione equidistante tra i due monumenti equestri di Francesco Mochi. Ed è composta da 18 sculture in vetroresina. Poste su una base quadrangolare di dodici metri. Il soggetto dell’opera utilizza l’icona tipicamente paladiniana di un cavallo. Ridisegnato a partire da un modello funerario di origine etrusca. Che, a seconda dei contesti, si arricchisce di risonanze omeriche, rurali, cortesi, militari. Il cavallo è dato come elemento formale di passaggio tra mondo antico e mondo moderno. Oltreché come luogo di incontro e scontro tra le civiltà di Oriente e Occidente.

Premessa ai grandi capolavori del Bernini

Nel caso di Paladino Piacenza, evidenzia Adnkronos, è evidente la volontà di interloquire con i monumenti farnesiani. Danno il nome alla piazza centrale della città emiliana. Opponendo al fasto delle sculture del Mochi il rigore delle forme stilizzate di Paladino. I due monumenti equestri collocati in piazza Cavalli si devono allo scultore toscano Francesco Mochi da Montevarchi (1580-1654). Ci lavorò per sedici anni, dal 1612 al 1628. Ranuccio Farnese, in costume romano, è raffigurato in modi ancora classicheggianti. Più matura la resa del padre Alessandro percorso da un fremente dinamismo. Riflesso nel mantello e nella gualdrappa gonfiati dal vento. Particolari, che denotano un evidente aggiornamento nello stile. Premessa ai grandi capolavori del Bernini.