Papa Francesco: “Imitare la forza, la generosità e l’umiltà dei Santi Pietro e Paolo”

Il Santo Padre, pronunciando l’Angelus, ha ricordato che, oggi più che mai, abbiamo bisogno di persone vere

Papa Francesco Angelus
Papa Francesco - Foto © VaticanMedia

Alle ore 12 di oggi, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, il Santo Padre si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano ed ha recitato l’Angelus.

La solennità dei Santi Pietro e Paolo

Papa Francesco, nell’Angelus di oggi, ha pronunciato le seguenti parole: “oggi, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, nel Vangelo Gesù dice a Simone, uno dei Dodici: «Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Pietro è un nome che ha più significati: può voler dire roccia, pietra o semplicemente sasso. Ed effettivamente, se guardiamo alla vita di Pietro, troviamo un po’ tutti e tre questi aspetti del suo nome. Pietro è una roccia: in molti momenti è forte e saldo, genuino e generoso. Lascia tutto per seguire Gesù, lo riconosce Cristo, Figlio del Dio vivente (Mt 16,16), si tuffa in mare per andare veloce incontro al Risorto. Poi, con franchezza e coraggio, annuncia Gesù nel Tempio, prima e dopo essere stato arrestato e flagellato. La tradizione ci parla anche della sua fermezza di fronte al martirio, che avvenne proprio qui. È roccia. Pietro però è anche una pietra, adatta per offrire appoggio agli altri: una pietra che, fondata su Cristo, fa da sostegno ai fratelli per la costruzione della Chiesa. Anche questo troviamo nella sua vita: risponde alla chiamata di Gesù assieme ad Andrea, suo fratello, Giacomo e Giovanni; conferma la volontà degli Apostoli di seguire il Signore; si prende cura di chi soffre, promuove e incoraggia il comune annuncio del Vangelo. È “pietra”, punto di riferimento affidabile per tutta la comunità. Ma Pietro è pure semplice sasso: emerge spesso la sua piccolezza. A volte non capisce quello che Gesù sta facendo; davanti al suo arresto si lascia prendere dalla paura e lo rinnega, poi si pente e piange amaramente, ma non trova il coraggio di stare sotto la croce. Si rinchiude con gli altri nel cenacolo, per timore di essere catturato. Ad Antiochia si mostra imbarazzato a stare con i pagani convertiti – e Paolo lo richiama alla coerenza su questo –; infine, secondo la tradizione del Quo vadis, tenta di fuggire di fronte al martirio, ma incontra Gesù sulla strada e ritrova il coraggio di tornare indietro. In Pietro c’è tutto questo: la forza della roccia, l’affidabilità della pietra e la piccolezza di un semplice sasso. Non è un superuomo: è un uomo come noi, che dice “sì” a Gesù con generosità nella sua imperfezione. Ma proprio così in Lui – come in Paolo e in tutti i santi – appare che è Dio a renderci forti con la sua grazia, a unirci con la sua carità e a perdonarci con la sua misericordia.

L’umanità vera che forma la Chiesa

Il Santo Padre ha proseguito dicendo che “è con questa umanità vera che lo Spirito forma la Chiesa. Pietro e Paolo sono state persone vere, e noi, oggi più che mai, abbiamo bisogno di persone vere. Guardiamoci allora dentro e facciamoci qualche domanda a partire dalla roccia, dalla pietra, dal sasso. Dalla roccia: c’è in noi l’ardore, lo zelo, la passione per il Signore e per il Vangelo, o è qualcosa che si sgretola facilmente? E poi, siamo pietre, non d’inciampo ma di costruzione per la Chiesa? Lavoriamo per l’unità, ci interessiamo degli altri, specialmente dei più deboli? Infine, pensando al sasso: siamo consapevoli della nostra piccolezza? E soprattutto: nelle debolezze ci affidiamo al Signore, che compie grandi cose con chi è umile e sincero? Maria, Regina degli Apostoli, ci aiuti a imitare la forza, la generosità e l’umiltà dei Santi Pietro e Paolo.