Rimosso il Magic Bus, l’ultimo rifugio di Chris McCandless nelle Terre selvagge

Le autorità alaskane hanno deciso di portare via dalla Stampede Road il bus in cui il giovane viaggiatore trascorse i suoi ultimi giorni nel 1992. Troppi rischi per gli escursionisti che tentavano di raggiungerlo

In principio fu il bus numero 142 del Fairbanks Transit System. Come finì sotto le aurore del Parco di Denali, in Alaska, non è ancora ben chiaro. Di sicuro per Chris McCandless ebbe qualcosa di unico, tanto da spingerlo a coniare per lui quel “magic” che tuttora lo accompagnava. Il Magic Bus non c’è più, rimosso dalla Stampede Road, nelle terre selvagge dell’estremo Nord, dopo quasi sessant’anni di romantica sosta nella taiga, ultima casa del giovane viaggiatore statunitense che qui trovò il suo rifugio lontano da quella civiltà consumistica in cui non si riconosceva. E dalla quale fuggì, trovando nel Magic Bus il nascondiglio ideale dal resto del mondo, Into the Wild, come avrebbe recitato il titolo del famoso romanzo di Jon Krauker del 1996.

Un sogno pericoloso

La vicenda di Chris, che nell’autobus morì di fame, bloccato dalla piena del vicino fiume Teklanika, ha negli anni ispirato una generazione di giovani sognatori, di esploratori, avventurieri, semplici escursionisti, che hanno affrontato il durissimo percorso lunga la Stampede Road verso il bus 142. Una meta ambita per il fascino che trasudava, per la magia davvero palpabile nell’aria incontaminata delle conifere alaskane, ma che sempre più spesso stava mettendo a rischio l’incolumità di chi vi si avventurava. Un pericolo che le autorità dello Stato americano hanno deciso di non voler più correre, incaricando il dipartimento delle risorse naturali dell’Alaska e la Guardia nazionale dell’esercito di rimuoverlo per sempre. Con lui, probabilmente, se ne andrà anche l’atmosfera di quel luogo, non diverso da altri scorci del Grande Nord, ma reso unico proprio da quel bus in disuso, arrugginito, inservibile, scolorito dal sole e dalle gelate, ma con una carica magnetica fondata sugli ideali di libertà di chi ne fece il suo ultimo rifugio.

Addio al Magic Bus

Non si sa quale sarà il destino del Magic Bus, ma la sua rimozione ha incontrato il concorde sollievo delle autorità dello Stato e anche del sindaco di Denali, che in questo modo sperano di scongiurare ulteriori incidenti lungo il selvaggio percorso per arrivarci. Un sentiero estremo, come le terre del Grande Nord, lungo il quale alcuni hanno trovato la morte, mentre altri sono stati salvati per miracolo, come cinque escursionisti italiani nel febbraio scorso. Del resto lo stesso Chris McCandless lasciò, nei giorni della sua agonia, un ultimo pensiero: “La felicità è autentica solo se condivisa”. Una verità che è anche il suo insegnamento ai giovani che sarebbero venuti dopo di lui.