Testimonianza-Niamey: modello diocesano di nuova evangelizzazione

Dopo tre mesi di governo militare, le piccole comunità di base: “Vicini ai più poveri senza clamori”

Niger

La vocazione pacificatrice della Chiesa in Niger. “Dopo tre mesi di governo militare non c’è via d’uscita. Continuiamo a vivere una situazione complicata in tutto il Paese. La situazione sembra aggravarsi perché finora non è stata tentata né proposta alcuna soluzione. Sia a livello economico che politico”, riferisce all’agenzia vaticana Fides padre Rafael Casamayor. Missionario nella piccola comunità cristiana di Dosso. Distante 150 chilometri dalla capitale Niamey. Il sacerdote della Società per le Missioni Africane è missionario nella piccola comunità dal 2021. Dal golpe dello scorso luglio, riferisce padre Rafael Casamayor, “il Paese resta paralizzato. Nemmeno i dipendenti pubblici ricevono lo stipendio. I prezzi dei prodotti di base, compresi i medicinali, continuano ad aumentare. O mancano del tutto“.Niger

Chiesa in Niger

Padre Rafael racconta come le difficoltà generali abbiano influito anche sull’inizio di questo anno pastorale. E, nella difficoltà, il missionario spiega di aver notato maggiore unione e solidarietà nella comunità cristiana presso cui opera. “In questi ultimi tre o quattro mesi ci sono state cinque giovani coppie che si sono unite in matrimonio all’interno della Chiesa. Sono aumentati un po’ di più i catecumeni. E si respira un’aria che sembra più fraterna e rilassata”. spiega il missionario. “L’ultima settimana di ottobre, insieme alle nostre comunità di base, abbiamo distribuito generi alimentari. Nei diversi quartieri della città. Nei luoghi più remoti”. Un sostegno alle “famiglie più povere“. Dove “ci si chiede come sia possibile vivere così. In capanne di appena otto o dieci metri quadrati. Stipati tutti insieme”.