Nella Certosa di Trisulti, fortezza dei sovranisti

Se la frenesia della città ci fa dimenticare il passaggio delle stagioni, basta venire alla Certosa di Trisulti per riappropriarsi della verità per cui l'incedere del tempo è scandito non dalle nostre agende fitte d’impegni, ma dai ritmi delle foglie sugli alberi. È la prima metà di ottobre e questo antico scrigno di cristianità inizia a dipingersi con i colori dell’autunno. Il clima è ancora mite e accogliente, aggettivi che possono essere utilizzati anche per descrivere Benjamin Harnwell, 40enne inglese, il primo laico a guidare questo monastero cistercense nato nel 1204 su volere di Papa Innocenzo III. Il Dignitatis Humanae Institute, da lui fondato, si è aggiudicato la gara del Ministero dei Beni Culturali per gestire la Certosa per i prossimi diciannove anni. Ma cosa ha mosso un brillante manager politico britannico a trasferirsi in questo luogo ameno nel cuore della Ciociaria?

Il contributo indiretto di Buttiglione…

La ragione può esser fatta risalire alle radici cristiane dell’Europa. Trisulti è un posto che le conserva gelosamente, trasudano dalla biblioteca che custodisce manoscritti di ottocento anni fa, dall’antica farmacia che testimonia il contributo cristiano alla scienza medica e da ogni altro angolo della Certosa. Proprio quelle stesse radici sono state invece disconosciute a Bruxelles, nel cuore dell’Europa politica e finanziaria contemporanea. Era lì che Harnwell lavorava, come capo ufficio del deputato europeo Nirj Deva, del Partito conservatore britannico, quando fu colpito da una vicenda che riguardò l’allora ministro italiano Rocco Buttiglione. “Nel 2004 – ricorda Harnwell ad In Terris – la sua nomina alla vicepresidenza della Commissione Ue fu bocciata perché aveva dichiarato, come la Chiesa insegna, che gli atti omosessuali sono peccaminosi. C’è questa abitudine per cui i cristiani, quando rivestono incarichi politici – prosegue -, debbono spogliarsi dei propri principi personali e più profondi. È una richiesta che non viene fatta ad esponenti di altre religioni né ad appartenenti a organizzazioni varie”.

Questa bocciatura da parte della maggioranza socialista dell’emiciclo fece riflettere il giovane inglese: “La difesa di Buttiglione da parte degli esponenti del Partito popolare europeo fu molto debole, perché non c’è una formazione adeguata tra i politici cristiani su come affrontare le sfide moderne”. È così che Harnwell, insieme ad una dozzina di amici e colleghi, decise di gettare le basi “per un progetto a metà tra la sfera politica e quella ecclesiale, un laboratorio culturale che sostiene i politici cristiani a testimoniare la fede nel proprio lavoro, senza paura, perché la Chiesa ha contribuito allo sviluppo della civiltà occidentale e deve contribuire ancora oggi”. È così che è nato il Dignitatis Humanae Institute, che ora vuole creare alla Certosa di Trisulti la propria fortezza, dove tenere corsi di formazione per coloro che “vogliono prendere in mano la lotta per la difesa dell'Occidente, compresa la classe politica del futuro”.

…e quello diretto di Bannon

Non faceva parte della dozzina di fondatori del progetto Steve Bannon, lo stratega della campagna elettorale di Donald Trump, balzato agli onori delle cronache mondiali negli ultimi mesi come il guru dei movimenti sovranisti. “È uno dei nostri punti di riferimento”, ammette Harnwell. L’idillio è nato ad un convegno organizzato in Vaticano nel 2014 dal suo Istituto, quando Bannon, intervenendo come relatore, fece riflettere Harnwell sul fatto “che promuovere l’antropologia cristiana, cioè il riconoscimento dell’Imago Dei e dunque della dignità di ogni essere umano, è un pilastro non solo del Cristianesimo, ma della civiltà occidentale”. La civiltà occidentale, tuttavia, è stata plasmata da esperienze e filosofie diverse, spesso discordanti, anche nell'alveo del Cristianesimo. L’etica calvinista nel lavoro, che ha contribuito allo sviluppo del capitalismo americano, come si concilia con la Dottrina sociale della Chiesa cattolica? “Anche la Chiesa – risponde Harnwell – parla della necessità di creare lavoro. Ebbene, il lavoro è generato dalla ricerca del profitto: non si può combattere la disoccupazione demonizzando, come fanno alcuni settori della Chiesa, il profitto e la ricchezza ottenuti lecitamente. Se proclamiamo di aiutare i poveri – prosegue – senza un pensiero profondo su come tutti possano essere coinvolti meglio nella creazione della ricchezza, finiremo come il Venezuela”.

“Sì al governo italiano, ma serve flessibilità sul lavoro”

Harnwell non nasconde la propria simpatia per l’attuale governo italiano. Eppure proprio l’esecutivo penta-leghista ha tra i propri obiettivi smontare leggi come il Jobs Act e la Fornero, che sembrano corrispondere all’idea di flessibilità promossa dal capitalismo occidentale. “Non sono contro i lavori flessibili – afferma Harnwell -. In Inghilterra, dove la flessibilità è comune nel mondo lavorativo, nessuno desidera così tanto il posto fisso, come avviene ancora qui in Italia”. Ma il posto fisso non è sinonimo di stabilità? E la stabilità non incoraggia la formazione delle famiglie, cellula fondante di una società cristiana? “La formazione di famiglie – ribatte l’inglese – avviene quando c’è opportunità lavorativa, quando anche se si perde un posto se ne può subito trovare un altro. Molti miei amici italiani – spiega ancora – non si sposano perché non trovano lavoro e non trovano lavoro perché il mercato qui in Italia è troppo sclerotizzato: servirebbe, appunto, maggiore flessibilità”.

Sovranismo e anti-americanismo

In attesa di dirimere questioni di politica economica, Harnwell è comunque soddisfatto del “vento sovranista” che sta spirando in Europa. “Sono molto fiducioso per le elezioni europee di maggio – dice – perché la sinistra ha perso la sua influenza morale sull’opinione pubblica. La gente ha dimostrato, ad esempio con la Brexit e con l’elezione di Trump, di voler vedere realizzate non le esigenze dell’establishment ma quelle dei popoli, che chiedono soltanto di trasmettere la loro cultura ai propri figli”. Ma può essere un americano come Bannon a capo di un movimento sovranista europeo? Un po’ di sentimento anti-yankee inizia a profilarsi, ad esempio nella presa di distanza dallo stratega di Trump da parte di Marine Le Pen. “Io credo che lei – commenta Harwell – abbia semplicemente ribadito la tesi di Bannon: ogni popolo deve essere sovrano nella propria terra, non devono esserlo né le elite finanziarie né gli americani. Questo americano, a proprie spese, vuole aiutare i popoli europei ad essere più autenticamente sé stessi dinanzi ai poteri globalisti che vogliono plasmare un solo popolo e un solo governo. Penso che Bannon – prosegue – possa dare un contributo alla nostra battaglia, perché ha accesso a dei sondaggi e dei dati politici più precisi di quelli che abbiamo in Europa. Cosa abbiamo da perdere nel dargli ascolto?”.

“Non siamo contro il Papa”

Il pragmatismo inglese affronta anche questioni più spinose. Steve Bannon non è visto bene da tutti nella Chiesa. “Lui non ha detto o fatto nulla contro il Vangelo. Anzi, credo stia contribuendo al bene comune in senso cristiano”, ribatte Harnwell. Proprio nei giorni scorsi, durante il Sinodo in corso, Papa Francesco è tornato ad esprimersi contro “i populisti”. “Al contrario di ciò che racconta la stampa – commenta – Dignitatis Humanae non è contro il Papa. Ma se qualsiasi vescovo, anche quello di Roma, interviene su temi che non riguardano la dottrina della fede, può essere criticato come qualsiasi altra persona abbia un'opinione diversa dalla nostra: lo stesso Santo Padre ha recentemente detto che le critiche, se oneste, aiutano”.

L'aratro e la croce

Ma quanti sono i giovani che vogliono ingrossare le fila, nella Certosa di Trisulti, della nuova classe politica cristiana e sovranista? “Ogni giorno riceviamo decine di mail di persone interessate – racconta Harnwell – e non riusciremo a iscrivere tutti ai corsi che iniziano la prossima estate”. Le missive giungono principalmente da Italia, Francia, Gran Bretagne e Stati Uniti; da cattolici ma anche da diversi evangelici americani. I corsi saranno quattro e, all’inizio, non si terranno nella Certosa, che necessita di lavori di manutenzione, ma in un luogo di Roma che verrà comunicato nelle prossime settimane. “Abbiamo trovato già la metà dei docenti, che lavorano in università pubbliche e cattoliche”, spiega Harnwell. Il primo progetto è “L'Accademia per l’Occidente giudeo-cristiano” che – racconta in modo provocatorio l’inglese – sarà “la casa spirituale del bannonismo”, perché “lui ha molte intuizioni geniali che vogliamo istituzionalizzare e promuovere”. Un altro progetto, più di massa, è “L’Accademia Cardinal Martino per la dignità umana”, intitolata al prelato, presidente onorario dell'Istituto, che per sedici anni ha lottato per la vita e la famiglia come nunzio della Santa Sede all'Onu e che poi – ricorda Harnwell – “è stato nominato da Giovanni Paolo II presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace”. Sono due progetti complementari: “uno con l'impronta di Steve Bannon e l'altro del card. Martino”, chiosa. In una mano l'aratro, nell'altra la croce: questo intraprendente inglese prova così a rispolverare l'antica sapienza benedettina per salvare l'Occidente cristiano.

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