Come il coronavirus influenza i cattolici asiatici

Asia

La Messa a Hong Kong la si guarda su internet. È l'annuncio dato dell'arcivescovo dell'ex colonia britannica, John Hon Tong che, indossando una maschera, ha dato come sospese le messe pubbliche per due settimane, esortando i fedeli a guardarle online. Le misure stringenti contro il nuovo coronavirus non riguardano solo le celebrazioni crisitiane. In tutto il Sud-est asiatico, anche i templi buddisti e i luoghi di ritrovo dei fedeli di altre confessioni religiose sono stati chiusi per evitare contesti di propagazione del contagio. Ma senza dubbio è la Chiesa che risente di restrizioni molto forti, considerando il valore che per un fedele ha la celebrazione Eucaristica. 

Vademecum ecclesiale

Le restrizioni e la diminuzione dei fedeli nei luoghi di culto sottolineano la risonanza della paura e dell'allarme per l'epidemia di nuovo coronavirus, che ha permeato molti aspetti della vita nella regione asiatica duramente colpita. In Giappone, dove i templi buddisti e i santuari shintoisti sono destinazioni turistiche, è stato registrato un forte calo del numero di visitatori stranieri. Anche la Chiesa cattolica correi ai ripari, cercando soluzioni ottimali. Dopo aver consultato esperti di salute, la Conferenza episcopale delle Filippine ha annunciato delle misure cautelative per arginare ed affrontare il virus. Ai fedeli è stato consigliato di evitare il contatto con le mani e di ricevere l'Eucaristia nella mano anziché nella bocca. Anche l'acqua santa viene sostituita più spesso nelle cappelle della chiesa e ai confessori è stato consigliato di apporre fra essi e il fedele in penitenza un panno protettivo.

Messe sospese

Ma a Hong Kong ci sono Cattolici che sfidano il virus e si recano in Chiesa. Se in un primo momento, lo stesso arcivescovo Tong aveva premuto per attuare misure stringenti, sospendendo le Messe per due settimane invitando a seguirle su internet, ha poi consigliato ai fedeli desiderosi della Celebrazione Eucaristica di parteciparvi a costo di indossare la mascherine e sospendere i canti della liturgia, fatta eccezione per l'Alleluia. Come sottolinea Vatican News, la Chiesa hongkongese ha dato delle linee guida che prevedono misure “che vanno dall'igiene nei templi e nei locali della parrocchia alla protezione delle persone e all'uso degli elementi liturgici durante le celebrazioni. Tra questi spicca l'uso obbligatorio delle mascherine da parte di sacerdoti, diaconi e fedeli che devono indossarle prima di entrare e uscire dalla chiesa” sottolinea il portale vaticano.

Matrimoni in mascherina

In Corea del Sud, la Chiesa dell'Unificazione, che dagli anni Cinquanta è deputata ai cosiddetti matrimoni di massa, ha invitato le 6mila coppie riunitesi presso il Cheong Shim Peace World Center di Gapyeong, di utilizzare un disinfettante per le mani. Sono state, inoltre, distribuite mascherine e le coppie sono state sottoposte alla misurazione della temperatura, sebbene alcuni abbiano “trasgredito” alla norma.