Mattarella: “Il culto del capo è stato un virus micidiale”

Il Presidente della Repubblica nel corso delle celebrazioni al Quirinale per la Giornata della Memoria ha cita Primo Levi e Liliana Segre

Sergio Mattarella Sicurezza stradale
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (Foto © Quirinale)

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione al Quirinale del Giorno della Memoria, ha ricordato la gravità del più grave sterminio compiuto nella storia dell’umanità ed ha sottolineato l’importanza del ricordo, unito al fatto che, non si dovrà mai calare il velo del silenzio sulle ignobili leggi razziste che, il nostro Paese, ha adottato durante il fascismo.

Le parole di Mattarella

Nel discorso per il “Giorno della Memoria“, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, cita Primo Levi: “La storia della deportazione e dei campi di concentramento non può essere separata dalla storia delle tirannidi fasciste in Europa: ne rappresenta il fondamento condotto all’estremo, oltre ogni limite della legge morale che è incisa nella coscienza umana”. “Con queste parole”, ha spiegato Mattarella, “Levi scolpiva il giudizio sulle radici e sulle responsabilità prime del più grave sterminio, organizzato e programmato ai danni di donne e uomini definiti di razze inferiori, il più grave compiuto nella storia dell’umanità”.

La pericolosità del “culto del capo”

Le ideologie di superiorità razziale, la religione della morte e della guerra, il nazionalismo predatorio, la supremazia dello Stato, del partito, sul diritto inviolabile di ogni persona, il culto della personalità e del capo, sono stati virus micidiali, prodotti dall’uomo, che si sono diffusi rapidamente, contagiando gran parte d’Europa, scatenando istinti barbari e precipitando il mondo intero dentro una guerra funesta e rovinosa“.

L’importanza del ricordo

Non si deve mai dimenticare che il nostro Paese, l’Italia, adottò durante il fascismo – in un clima di complessiva indifferenza – le ignobili leggi razziste: il capitolo iniziale del terribile libro dello sterminio; e che gli appartenenti alla Repubblica di Salò collaborarono attivamente alla cattura, alla deportazione e persino alle stragi degli ebrei. Un portato inestinguibile di dolore, di sangue, di morte sul quale mai dovremo far calare il velo del silenzio”.

I fenomeni di antisemitismo

I morti di Auschwitz” ci “ammoniscono continuamente: il cammino dell’uomo procede su strade accidentate e rischiose. Lo manifesta anche il ritorno, nel mondo, di pericolose fattispecie di antisemitismo: del pregiudizio che ricalca antichi stereotipi antiebraici, potenziato da social media senza controllo e senza pudore”. Il Capo dello Stato ha poi aggiunto che “le comunità ebraiche italiane sanno che l’Italia è la loro casa e che la Repubblica, di cui sono parte integrante, non tollererà, in alcun modo, minacce, intimidazioni e prepotenze nei loro confronti”.

Fonte: Ansa