Droga: scoperto maxi giro di spaccio nel mercato del Capo di Palermo

L'operazione è stata denomoinata "Cuncuma", come lo scrittore palermitano Giuseppe Pitrè chiamava l'organizzazione criminale

Il mercato Capo di Palermo

La piazza del mercato del Capo di Palermo era una base di spaccio con tanto di vedette e pusher che garantivano le dosi di stupefacenti ad ogni ora del giorno e della notte.

Operazione Cuncuma

E’ quanto scoperto dai carabinieri del comando provinciale di Palermo che stamattina hanno eseguito questa mattina 11 ordinanze cautelari, 10 in carcere e una ai domiciliari, emesse dal gip del tribunale di Palermo. Le indagini dell’operazione denominata “Cuncuma“, come lo scrittore Giuseppe Pitrè chiamava l’organizzazione criminale, sono state coordinate dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca.

L’accusa, per tutti, è di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. A capo dell’organizzazione, secondo gli investigatori, c’era Benito Miccichè che sovrintendeva la gestione della piazza e riceveva i proventi della vendita della droga.

Il mercato di Palermo

Le indagini – scrive la Gazzetta del Sud – sono andate avanti dal mese di giugno a novembre del 2018. Le telecamere e le cimici piazzate dai militari hanno permesso di smantellare l’organizzazione che poteva contare su una schiera di pusher e vedette che, con turni giornalieri, riuscivano sempre a controllare la piazza.

Scuole

Nello specifico, i giovani avevano la disponibilità di magazzini e garage che si trovavano nei pressi della piazza di spaccio dove poter nascondere la droga. Ad un semplice cenno del cliente lo spacciatore si avvicinava per effettuare la cessione o, in base alla richiesta ricevuta, si appartava e recuperava la droga richiesta. Lo spaccio avveniva anche nei pressi di diversi istituti scolastici del quartiere Capo.

Giuseppe Pitré

Giuseppe Pitrè (Palermo, 22 dicembre 1841 – Palermo, 10 aprile 1916) è stato uno scrittore, medico, letterato e etnologo italiano. Noto soprattutto per il suo pionieristico lavoro nell’ambito del folclore siciliano, la museografia e la cultura materiale, fu il più importante ricercatore e studioso di tradizioni popolari siciliane, nonché l’iniziatore degli studi folklorici in Italia. Si deve a lui la spiegazione della frase “Essere della Cuncuma” che significa far parte di un gruppo segreto.