Colpo ai clan di camorra nel Casertano: arrestati due imprenditori, ecco le accuse

Scoperti accordi spartitori fra i vertici del sodalizio delle famiglie Schiavone e Russo con le altre fazioni dell’organizzazione casalese

Un cantiere

Colpo ai clan di camorra nel Casertano. I Carabinieri del ROS di Caserta hanno arrestato e posto ai domiciliari due imprenditori legati ai clan di camorra. Si tratta di Pezzella Raffaele, nato nel 1965 e Iorio Tullio, classe 1974. I due, di Caserta e Villa di Briano, sono indagati per concorso esterno in associazione mafiosa perché vicini al clan dei Casalesi. La misura cautelare è stata emessa dal GIP del Tribunale di Napoli su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia.

Sistema Medea

Il provvedimento trae origine da un mirato approfondimento investigativo condotto tra l’agosto 2015 e settembre 2018 dal Reparto Anticrimine di Napoli sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea a seguito della conclusione, il 14 luglio 2015, della nota operazione denominata “Sistema Medea” (giunta a sentenza in appello con pesanti condanne per i principali imputati) e focalizzato sulle dichiarazioni rese da più collaboratori di giustizia circa il ruolo svolto dai due richiamati imprenditori del settore edile, ritenuti gravemente indiziati di essere i referenti, soprattutto nell’ambito dei lavori pubblici, dei sodalizi camorristici Schiavone e Russo, operanti in Casal di Principe (CE) e comuni limitrofi.

Carabinieri del Ros

Appalti pilotati

Come piega l’Arma, i riscontri hanno permesso di far luce sulla partecipazione di Pezzella e Iorio, attraverso ditte a loro riconducibili, a gare di appalto per la realizzazione e la manutenzione di opere commissionate dalla Amministrazione Provinciale di Caserta. I due imprenditori avevano la certezza di vincere le gare grazie ai pregressi accordi spartitori decisi fra i vertici del sodalizio mafioso di riferimento, principalmente le famiglie Schiavone e Russo, e le altre fazioni dell’organizzazione casalese (Iovine, Zagaria e Bidognetti). Una volta aggiudicatisi i lavori, i due imprenditori versavano poi stabilmente il 10% dell’importo di assegnazione dell’appalto alla consorteria in contanti, garantendosi così la regolare e tranquilla esecuzione delle attività lavorative.