Nessuna traccia del sottomarino Ara San Juan

Un sottomarino argentino con 44 membri di equipaggio ha fatto perdere le sue tracce e non si sa nulla della sua sorte. L'intero Paese trattiene il respiro da quando si è saputo che l'Ara San Juan è sparito nelle fredde acque dell'Atlantico meridionale, al largo della costa della Patagonia, da ormai oltre due giorni. Il San Juan stava tornando da Ushuaia, nell'estremo meridionale dell'Argentina, verso la sua base operativa a Mar del Plata, nella provincia (entità federale) di Buenos Aires, quando ogni contatto è stato interrotto. “L'unica informazione ufficiale e certa è che non è stato ancora ritrovato”, ha indicato alla stampa il portavoce della Marina Militare, Enrique Balbi, smentendo diverse versioni diffuse dai media riguardo a un presunto ritrovamento del San Juan o un incendio che sarebbe scoppiato a bordo del sottomarino.

I familiari

In ansia i parenti e i familiari dei marinai: “Preghiamo Dio e chiediamo a tutti gli argentini di aiutarci e speriamo possano essere trovati”, ha detto Claudio Rodriguez, fratello di uno dei membri dell'equipaggio, al canale news Todo Noticias, aggiungendo di ritenere che “che sia solo un problema di comunicazione”. A bordo ci sarebbe anche la prima ufficiale donna della flotta sottomarina argentina, composta da altre due unità gemelle dell'Ara San Juan. Anche Papa Francesco ha assicurato la sua “preghiera fervente” ed espresso tutta la sua “vicinanza” alle famiglie e alle autorità militari e civili delPaese “in questi momenti difficili” attraverso un messaggio che il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin ha inviato all'Ordinario Militare dell'Argentina, mons. Santiago Olivera. Il Papa “incoraggia gli sforzi messi in campo per ritrovare il sottomarino”.

Le ricerche

La Marina ha attivato una vasta operazione di ricerca ordinando “a tutte le stazioni di comunicazione terrestre lungo la costa argentina di fare una ricerca preliminare ed estesa di comunicazioni e di ascoltare tutte le possibili frequenze di trasmissione del sottomarino”. Unità militari sono già state inviate verso la zona da dove sono partiti gli ultimi messaggi del San Juan, mentre il ministro della Difesa Oscar Aguad è tornato d'urgenza dal Canada, dove stava partecipando ad una conferenza Onu. Il ministero degli Esteri ha reso noto che Cile, Stati Uniti e Regno Unito hanno offerto collaborazione nelle ricerche. Da parte sua, l'ammiraglio Gabriel Gonzalez, comandante della base di Mar del Plata, ha indicato che a bordo del San Juan “c'è cibo e ossigeno a sufficienza” per tutto l'equipaggio, sottolineando che “non si può dunque parlare di un'emergenza”. Molto meno ottimista il commento di Julio Langani, uno degli ingegneri che ha monitorato la costruzione del sottomarino nei cantieri navali della Thyssen Nordseewerke ad Edem, in Germania, dove il San Juan è salpato per la prima volta nel giugno del 1983. In dichiarazioni al quotidiano Ambito, Langani ha ipotizzato che nel sottomarino “si potrebbero essere surriscaldate le batterie, il che provoca l'emissione di un gas clorato, che risulta mortale per gli esseri umani”. Il sottomarino è stato ammodernato tra il 2007 e il 2014 per prolungarne la vita.