Zaki si laurea all’Alma Mater con 110 e lode e cita Mandela

Patrick Zaki si è laureato dall'Egitto con il voto di 110 e lode alla laurea magistrale Gemma in Women's e Gender studies dell'Università di Bologna

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Patrick Zaki si è laureato con 110 e lode all’Università di Bologna. La cerimonia di proclamazione è avvenuta in collegamento dall’Egitto perché Zaki non ha ottenuto il permesso di tornare in Italia per discutere la tesi.

Patrick Zaki si è laureato con 110 e lode

Patrick Zaki si è laureato con il voto di 110 e lode alla laurea magistrale Gemma in Women’s e Gender studies dell’Università di Bologna. La cerimonia di proclamazione è avvenuta in collegamento dall’Egitto, visto che il ricercatore, coinvolto in una vicenda giudiziaria nel suo Paese che ha portato anche al suo arresto, non ha ottenuto il permesso di andare a Bologna per discutere la tesi.

Zaki cita Mandela, “sembra impossibile finché non viene fatto”

“Ho usato lo studio come metodo di resistenza”. Così Patrick Zaki nel discorso in inglese che ha tenuto a distanza, collegato dall’Egitto, con l’aula dell’Università di Bologna, dove oggi dal rettore Giovanni Molari è stato proclamato dottore in Letterature moderne, comparate, post coloniali, curriculum Gemma, con una valutazione di 110 con lode. Sorridente, elegante, con giacca e camicia, Patrick ha parlato per circa cinque minuti; un lungo elenco di ringraziamenti nel quale cerca di non dimenticare nessuno ma “è difficile per me esprimere la gratitudine nei confronti di tutte le persone che sono state al mio fianco in questo periodo – dice -. Non vedo l’ora di essere a Bologna per ringraziare tutti di persona”.

Racconta di aver trovato la forza in una frase di Nelson Mandela: “Sembra sempre impossibile finché non viene fatto”: “Un pensiero – spiega – che è stato con me in questo periodo nero e sapevo che ci sarebbe stato il raggiungimento di un traguardo alla fine. Pensiero chiave, mentre ero in prigione; mi ha spinto ad andare avanti, a studiare, a leggere”. Gratitudine la riserva alla fidanzata, alla famiglia, madre, padre e sorella, alla professoressa Rita Monticelli, responsabile del master Gemma, “che ci è sempre stata, per me e tutti gli studenti, dimostrando grande dedizione”.

Gratitudine ancora per la città di Bologna, “dove era come essere a casa” e per l’Università di Bologna “che ha lavorato tanto e c’è stata dal giorno zero. Sono fortunato a farne parte. La città e l’Università sono state in grado di collaborare per supportare la libertà di parola e pensiero; è un messaggio nei confronti del mondo per la difesa dei diritti umani”, sottolinea. E ancora i ringraziamenti ad Amnesty International per il costante supporto e ai media. “Sto provando una serie complessa di emozioni – confida – dispiace non essere lì con voi”. Poi, una certezza: “Sono contento di aver finito questo capitolo, ce ne saranno altri; voglio continuare a studiare, a lavorare per la difesa dei diritti umani”.

Rettore Bologna, la vera festa quando Zaki sarà a Bologna

“E stato un percorso difficile, oggi siamo molto felici, oggi è un giorno di festa, ma la festa vera la faremo quando ti potremo abbracciare a Bologna”. Lo ha detto, rivolgendosi a Patrick Zaki, il rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari, presente alla proclamazione della laurea magistrale.

Amnesty: ” Il dottor Zaki è imputato in un processo assurdo”

“Sono ore di festa perché sono felice per il dottor Patrick Zaki, però tra poco torna a essere l’imputato di un processo assurdo, nelle udienze di un processo infinito”. E’ il commento di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia dopo la laurea magistrale di Patrick Zaki. Noury era presente nell’aula del Dipartimento di Lingue, Letterature e culture moderne dell’Universita’ di Bologna, dove questa mattina è avvenuta la proclamazione dello studente egiziano, che ha discusso la tesi, collegato a distanza. “Adesso c’è tanta gioia – dice Noury – pensavo stamattina all’assurdità della mia presenza qui e della sua assenza. Patrick avrebbe voluto laurearsi in presenza e gli è stato detto di no, questo fa parte della persecuzione giudiziaria a cui è sottoposto da 3 anni e mezzo”. Il 18 luglio e’ in programma una nuova udienza del processo. “Speriamo – prosegue Noury – che sia quella positivamente conclusiva, veramente un percorso a ostacoli, ma lui ha dimostrato che quando si alza un ostacolo davanti a lui, lo salta; una grande resistenza, sono veramente orgoglioso di essergli vicino”.