Quali sono le abitudini economiche degli italiani? L’intervista ad Andrea Alemanno

In occasione della 99esima Giornata mondiale del Risparmio, l'intervista di Interris. it ad Andrea Alemanno, portavoce di Ipsos

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A sinistra Andrea Alemanno. Foto di Josh Appel su Unsplash

Il 2023 è l’anno in cui gli italiani si confermano essere un popolo di grandi risparmiatori. Inoltre, se nel 2022 si respirava un clima molto pessimista, ora questo sentimento ha lasciato spazio all’ottimismo, che a sua volta si traduce nel desidero di mantenere un tenore di vita più alto. 

L’intervista 

In occasione della 99esima Giornata Mondiale del Risparmio, organizzata da Acri, associazione che rappresenta le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio Spa, è stato presentato lo studio Acri-Ipsos, che offre un quadro completo sulle abitudini economiche dell’italiano. Interris.it ne ha parlato con Andrea Alemanno, portavoce di Ipsos. 

Signor Alemanno, cosa emerge dalla vostra indagine?

“Innanzitutto c’è stato un miglioramento del tenore di vita per il 14% degli italiani contro un 7% del 2022, dato che ci riporta ai livelli pre-pandemia. Cala invece la quota di coloro che hanno visto peggiorare la propria condizione economica dal 19% nel 2022 al 13% di quest’anno. L’immagine che ne emerge è quella di un italiano soddisfatto perché da una parte riesce a risparmiare, dall’altra ha anche modo di togliersi delle soddisfazioni personali”.

Di che tipo di risparmio si tratta?

“Per più di un terzo degli italiani l’accumulo di denaro è fine a sé stesso e a breve termine, accumulando liquidità, in quanto è un elemento che rasserena. C’è meno interesse invece al risparmio per il futuro e al tema per esempio della previdenza e questo dato è dovuto anche alla poca preparazione finanziaria. Inoltre, negli questi ultimi anni a causa dell’inflazione, sta crescendo molto l’interesse verso titoli percepiti come sicuri, ma che sono un vero e proprio investimento. In calo invece la propensione all’investimento immobiliare”.

Come avviene questo risparmio?

“Inizia dalla quotidianità con una grande razionalizzazione delle spese e dei consumi. A tal proposito si parla di un ‘nomadismo’ nel far la spesa, che significa cambiare punto vendita a seconda delle offerte. In questo modo anche chi guadagna meno e i più giovani che si sono appena affacciati al mondo del lavoro riescono a risparmiare”.

In questo ottimismo quanto influisce il calo del tasso di disoccupazione?

“Sicuramente il mercato del lavoro aiuta a ritrovare fiducia nel futuro. Ad oggi anche i più giovani riescono ad avere un’occupazione. Il loro principale problema resta invece, l’aspetto contrattuale, in quanto molto spesso non è all’altezza delle aspettative iniziali. Ne deriva che i giovani non riescono sempre a trovare l’autonomia finanziaria a cui ambiscono. Ci sono poi il mondo delle partita iva che è difficile da inquadrare, in quanto comprende sia professionisti con guadagni molto elevati, sia altri con redditi molto bassi”. 

In che cosa la pandemia ha modificato gli italiani?

“Sicuramente il Covid e successivamente la stangata delle bollette dello scorso anno hanno portato alla consapevolezza che è possibile farcela. Ecco che da questa forte e importante presa di coscienza nasce anche la volontà di vivere la vita nella sua interezza, togliendosi delle soddisfazioni e senza inginocchiarsi solo ai sacrifici”.