Energodar, il sindaco: “Bambini ucraini ostaggio dei russi”

Il sindaco della città in cui si trova la centrale di Zaporizhzhia denuncia l'atteggiamento dei russi: "Bambini non restituiti alle famiglie"

Energodar Zaporizhzhia

Mentre la guerra continua a infuriare sui fronti caldi di combattimento, il sindaco di Energodar, Dmytro Orlov, lancia una pesante accusa nei confronti degli occupanti russi. Il primo cittadino della città alle cui porte sorge la centrale nucleare di Zaporizhzhia, citato da Ukrinform, ha infatti riferito che le forze russe non intendono “restituire” alle rispettive famiglie tutti i bambini portati nella regione di Krasnodar per una “vacanza”. Secondo Orlov, “alcuni genitori che, nonostante la guerra, avevano inviato i loro figli a Krasnodar, hanno ricevuto segnali allarmanti. Gli occupanti gli hanno detto che i bambini ‘rimarranno in Russia per un periodo indefinito’ e di inviare vestiti più caldi, ‘rassicurandoli’ sul fatto che i bambini potranno andare a scuola lì”. Una situazione che, secondo il sindaco di Energodar, equivale a un rapimento. Anzi, Orlov spiega apertamente che “i bambini sono ostaggi dei terroristi”.

Non solo Energodar: tutte le accuse di rapimento

Il caso di Energodar è solo l’ultimo grave sospetto lanciato nei confronti dell’esercito russo, a più riprese messo all’indice con l’accusa di aver prelevato forzatamente i minori ucraini. O, come in questo caso, di non riportare i bambini evacuati alle loro famiglie. Lo stesso presidente Volodymyr Zelenksy, nei mesi scorsi, aveva parlato apertamente di deportazioni messe in atto dai russi. Già nel mese di settembre, si parlava di 2,5 milioni di ucraini deportati in Russia. Nello stesso mese, erano state denunciate addirittura delle adozioni forzate di bambini ucraini da famiglie russe. Condanne agli atteggiamenti russi sono arrivate anche dal G7, con particolare riferimento, però, a comportamenti simili tenuti nei confronti dei lavoratori e dei manager della centrale nucleare di Zaporizhzhia. Azioni che, riferisce un comunicato, “compromettono ulteriormente la sicurezza nucleare della centrale, impedendo al personale chiave di svolgere le proprie funzioni indispensabili”.

Kherson, connessioni interrotte

Nel frattempo, la guerra prosegue anche sul campo. Le autorità ucraine hanno infatti denunciato un nuovo attacco, avvenuto la notte scorsa, nell’area abitata nei pressi della centrale di Zaporizhzhia. Il capo dell’Amministrazione militare regionale, Oleksandr Starukh, ha parlato di un’offensiva messa in atto con droni kamikaze e missili S-300. La difesa aerea avrebbe comunque abbattuto 16 droni di fabbricazione iraniana lanciati dalle forze russe. Danneggiate alcune abitazioni nei villaggi circostanti ma non si sarebbero registrate vittime. Complicata la situazione anche a Kherson, dove gli occupanti avrebbero interrotto le connessioni internet e di telefonia mobile, oltre che le trasmissione radio. Il Centro di resistenza nazionale ha riferito che le truppe russe stanno “smantellando gli equipaggiamenti di telecomunicazione” per impedire la condivisione di informazioni.