Falsi invalidi: 40 indagati nel casertano

É stata denominata “Smart Welfare” l’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere

Il problema dei falsi invalidi purtroppo non è una novità in Italia. Questa volta a Santa Maria Capua Vetere sono stati almeno 27 gli episodi di somme liquidate dall’Inps ma non spettanti ai beneficiari. La Procura della Repubblica della città – nell’ambito dell’indagine denominata “Smart Welfare” – ha così emesso un avviso di conclusione indagini per quaranta persone, accusate di aver truffato l’Inps attraverso l’ottenimento non dovuto di pensioni e indennità per l’invalidità civile. É stata la Guardia di Finanza – Compagnia di Caserta – a realizzare gli accertamenti e a notificare gli avvisi agli indagati, tra cui compaiono funzionari pubblici, medici in servizio all’ospedale di Caserta e all’Asl e anche un agente della Polizia di Stato che lavorava proprio presso la Procura.

Beccati in flagranza

I finanzieri casertani li hanno beccati in flagranza, fotografandoli per strada mentre sbrigavano faccende che non avrebbero dovuto fare, come la spesa; emblematica la foto in cui il falso invalido aiuta a scendere dall’auto una persona con le stampelle. Una tipica vicenda di falsi invalidi in cui è emerso il ruolo di primo piano di un avvocato casertano, che oltre a ideare e organizzare l’intero sistema truffaldino, avrebbe anche gestito le pratiche per il riconoscimento dell’invalidità civile, pretendendo per sé il 40-50% di quanto liquidato dall’Inps; al legale sono stati anche contestati reati fiscali per aver usato fatture false per le dichiarazioni degli anni dal 2011 al 2014.

Tra gli indagati anche quattro medici

Con il professionista, altri otto indagati rispondono di associazione a delinquere finalizzata alla truffa; tra questi figurano quattro medici, tra cui un cardiologo e un neurologo dell’ospedale di Caserta, un geriatra e un altro neurologo dell’Asl in servizio presso i poliambulatori di Piedimonte Matese e Caiazzo, accusati di aver rilasciato certificazioni false ricevendo per ogni attestato somme dai 150 ai 250 euro; compaiono poi il titolare di un patronato di Casapulla e un dipendente del Comune di Caserta, la cui funzione sarebbe stata quella di reclutare le persone interessate a truffare l’Inps e ad ottenere le indennità.