Colpo alla ‘ndrangheta: decapitata la cosca Molè, oltre 100 arresti

Nel corso dell'indagine sulla cosca della Piana di Gioia Tauro è stata sequestrata anche una tonnellata di cocaina proveniente dal Sudamerica

Il posto di polizia di Frontiera marittima all'interno del porto di Gioia Tauro

Un blitz della polizia in diverse regioni italiane ha portato all’esecuzione di oltre cento misure cautelari contro presunti appartenenti alla cosca Molè, una delle storiche famiglie di ‘ndrangheta. Nel corso dell’indagine sulla cosca della Piana di Gioia Tauro è stata sequestrata anche una tonnellata di cocaina proveniente dal Sudamerica. Lo riporta TgCom24.

Le misure cautelari, emesse dalle Procure Distrettuali Antimafia di Reggio Calabria, Milano e Firenze, sono state eseguite dalle Squadre Mobili di Reggio Calabria, Milano, Firenze e Livorno, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato.

La ‘ndrina Molè e i reati contestati

I Molè sono una ‘ndrina della piana di Gioia Tauro, un tempo alleata con i Piromalli. Tra gli anni ’80 e ’90 gestiscono quasi interamente il traffico di droga della zona di Gioia Tauro, la cannabis coltivata in loco, e la cocaina presa dai cartelli colombiani ma anche da altre ‘ndrine della provincia reggina per avere contatti col resto d’Italia e paesi esteri come: l’Argentina, la Francia, la Germania e la Svizzera.

I presunti appartenenti alla cosca Molè arrestati oggi erano attivi anche in Lombardia e in Toscana, e con ramificazioni internazionali. I reati contestati sono associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, autoriciclaggio, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, produzione, traffico e cessione di sostanze stupefacenti, usura, bancarotta fraudolenta, frode fiscale e corruzione.

Le storiche  ‘ndrine di Gioia Tauro, i Piromalli e i Molè, influiscono anche sulle varie attività economiche del paese taglieggiando le imprese e controllando il porto di Gioia Tauro – con conseguenti retate delle forze dell’ordine e maxi sequestri di droga – e gestendo gli appalti come quello per l’ammodernamento dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria.