Il Wwf contro il decreto Sblocca Italia: “Non tutela l’ambiente”

All’indomani dell’approvazione definitiva da parte del Senato del decreto Sblocca Italia, il Wwf lancia un grido di allarme. Secondo gli ambientalisti su 45 articoli, ben 11 disposizioni, un quarto delle norme contenute nel decreto 133/14, andrebbero verso l’indebolimento delle tutele ambientali. Una manovra che il Wwf definisce “contro l’ambiente”, che protegge interessi privati speculativi, minaccia il territorio e le acque italiane, nonostante l’emergenza permanente e i danni provocati dal dissesto idrogeologico e dai cambiamenti climatici. Il tutto, con il rischio che ai danni ambientali si aggiungano – come segnalato dal presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone – i rischi relativi a un aumento della illegalità.

“La fiducia imposta dal Governo – ha commentato la presidente del Wwf Italia, Donatella Bianchi – su disposizioni che perpetuano un modello di sviluppo insostenibile per le nostre risorse naturali e fossili, per le misure contrastanti le strategie dei Paesi più avanzati al mondo per una progressiva de-carbonizzazione dell’economia, accresce la sfiducia nei confronti dell’esecutivo dei cittadini consapevoli oramai dell’esigenza di tutelare e valorizzare il capitale naturale del Paese”. Ma questa volta, ha proseguito Bianchi “siamo in buona compagnia  e chiederemo alle Regioni e a tutte le categorie economiche che hanno a cuore il Bel Paese, di intraprendere ogni iniziativa, anche legale, contro queste norme contro natura”.

Le norme più pericolose secondo il Wwf, in estrema sintesi, sono diverse. La proroga delle concessioni senza gara e l’allargamento dei poteri delle concessionarie autostradali in violazione delle normative comunitarie; la norma su misura per favorire con agevolazioni fiscali innanzitutto il project financing dell’europarlamentare Vito Bonsignore, per realizzare l’autostrada Orte-Mestre che, se autorizzata, minaccerebbe l’integrità delle aree protette, tra le quali il Delta del Po e le paludi di Comacchio; le norme a favore degli speculatori edilizi e fondiari relative alle deroghe alla pianificazione urbanistica, alla elusione del nulla osta paesaggistico delle soprintendenze e del via libera agli appetiti dei privati sul patrimonio pubblico sulla base di semplici accordi di programma; infine, l’insieme di norme che definiscono forzosamente come strategiche intere categorie di interventi, come l’incenerimento dei rifiuti, i gasdotti,i  rigassificatori, lo stoccaggio di gas,la  ricerca, la  prospezione, la coltivazione e lo stoccaggio del gas naturale nel sottosuolo), cancellando così le ineludibili intese con le Regioni, stabilite dal Titolo V della Costituzione.

La ricerca di nuove fonti fossili- ha concluso Fulco Pratesi, Presidente onorario Wwf Italia – contrasta col fatto che le disponibilità energetiche del Paese sono già esuberanti, che non si profila un nuovo grande aumento di richieste e che le nuove tecniche di ricerca mineraria comportano inaccettabili costi ambientali”.