Coronavirus, la Cina rivede al rialzo i dati su contagi e decessi a Wuhan

Crollano oltre le attese il Pil e le vendite al dettaglio in Cina. Lo riferisce l'Ufficio nazionale di statistica, secondo cui la variazione congiunturale è pari a -9,8%

Un ospedale temporaneo allestito presso il Wuhan Sports Center, Cina - Foto © Xinhua Photo

La città di Wuhan, il focolaio del coronavirus in Cina, ha rivisto al rialzo i dati su contagi e decessi. I contagi sono aumentati di 325 unità salendo così a 50.333, i morti di 1.290 unità raggiungendo la cifra di 3.869. Il quartier generale municipale impegnato in prevenzione e controllo del Covid-19 afferma che la “revisione è conforme alle leggi e al principio di responsabilità”. Il numero totale di morti nel mondo ha raggiunto quota 140.773, secondo l’ultimo bilancio della Johns Hopkins University. I casi di contagio sono in tutto 2.101.164. Gli Stati Uniti registrano il maggior numero di vittime, seguiti dall’Italia che ha superato i 22mila morti e dalla Spagna, con 19mila decessi.

Trump

La notizia del rialzo delle cifre cinesi è destinata a rilanciare le polemiche sull’affidabilità dei dati forniti dal gigante asiatico. Lo stesso Presidente americano Donald Trump aveva messo in dubbio i dati cinesi: “Non si sa quali siano i numeri della Cina”, aveva osservato Trump lo scorso 26 marzo con il boom di casi negli States. Trump ha poi ipotizzato che il dato potrebbe rappresentare un “tributo” all’elevato numero di tamponi effettuati in America. “Ne abbiamo fatti più noi in 8 giorni – ha dichiarato – che la Corea del Sud in 8 settimane”. Intanto in Usa oggi c’è stato un nuovo record di morti a causa del Covid-19. Secondo i dati forniti dalla Johns Hopkins University, infatti, nelle ultime 24 ore si sono registrati 4.491 decessi in più, il che porta il numero totale delle vittime a quasi 33.000.

Economia in rosso

Crolla l’economia nel Paese del Dragone. A causa degli effetti della pandemia da Covid-19, il Pil nel primo trimestre affonda del 6,8%, accusando il primo dato negativo dal 1992, anno di avvio delle statistiche su base trimestrale. Lo riferisce l’Ufficio nazionale di statistica, secondo cui la variazione congiunturale è pari a -9,8%. Crollano oltre le attese anche le vendite al dettaglio, segnando a marzo un tonfo annuo del 15,8%. Il dato, diffuso dall’Ufficio nazionale di statistica, registra un miglioramento dal -20,5% di gennaio-febbraio, ma anche un peggioramento sul -10% stimato in media dagli analisti.