Guerra in Medio Oriente, William: “Troppi morti”

Il Principe di Galles ribadisce la condanna contro Hamas per gli attacchi del 7 ottobre ma chiede aiuti immediati per i civili della Striscia di Gaza

William Gaza
Foto © Imago/Image Sport

L’erede al trono del Regno Unito interviene sul conflitto in corso in Medio Oriente. Il principe di Galles, William, ha infatti espresso la sua inquietudine per quanto sta accadendo, dicendosi addolorato per “i troppi morti” avuti finora a causa della guerra. Pur ribadendo la condanna di Hamas per gli attacchi del 7 ottobre, il primogenito di re Carlo III ha lanciato un appello affinché sia espletata l’urgente necessità di aumentare gli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

William: “Troppi morti in Medio Oriente”

Il principe William, erede al trono britannico, si è detto oggi “profondamente inquieto per il terribile costo umano del conflitto in Medio Oriente”, aggiungendo – in un intervento insolito per il protocollo reale – di essere a favore di “un cessate il fuoco al più presto possibile” nella Striscia di Gaza. Il primogenito di re Carlo III ha quindi affermato che “troppe persone sono state uccise finora” e ha parlato della “disperata necessità di aumentare l’aiuto umanitario” alla popolazione civile palestinese della Striscia, come pure di ottenere “il rilascio degli ostaggi” israeliani.

La condanna per il 7 ottobre

L’intervento di William, che non ha mancato di ribadire la condanna per “il terribile attacco terroristico di Hamas” contro Israele del 7 ottobre, è coinciso con la presentazione di una serie d’iniziative di organizzazioni caritative legate a casa Windsor: iniziative avviate per affrontare “le sofferenze umane causate dal conflitto in Medio Oriente” e, al contempo, per “attirare l’attenzione sull’aumento globale dell’antisemitismo”, come riferito nelle ore precedenti da Kensington Palace.

Infatti in una nota, citata dall’agenzia Reuters, Kensington Palace aveva annunciato che William porterà avanti una serie di impegni, nei quali incontrerà coloro che sono coinvolti nel fornire sostegno umanitario nella regione mediorientale e ascolterà resoconti di prima mano della situazione sul campo.

Fonte: Ansa