Si è spento Vincent Lambert

Dopo otto giorni di sospensione delle cure e dell'alimentazione e dell'idratazione, si è spento questa mattina Vincent Lambert, il paziente tetraplegico da oltre 10 anni, simbolo in Francia del dibattito sul fine vita. La procedura di interruzione dei trattamenti era stata avviata da mercoledì scorso, dopo l'ultima decisione del tribunale. Ognuno dei componenti della famiglia Lambert era stato avvisato tramite mail dal medico Vincent Sanchez, capo reparto di cure palliative dell'Ospedale Universitario di Reims. Il protocollo medico prevedeva “cessazione del trattamento” e “sedazione profonda e continua“. 

Gli utlimi giorni

Nei giorni scorsi, in seguito all'inizio del protocollo si sospensione delle cure, i genitori di Vincent, Pierre e Vivian, con una lettera hanno espresso la loro disperazione per “la morte ormai inevitabile” del figlio. “Questa volta è finita – hanno esordito – Volevamo ringraziarvi tutti per la vostra amicizia, per il vostro amore, per il vostro sostegno, per le vostre perghiere in tutti questi anni. Non c'è più niente da fare, se non pregare e accompagnare il nostro caro Vincent, nella dignità e nel raccoglimento. Siete con noi tutti con il pensiero e la preghiera presso Vincent”. Nella serata di ieri, davanti alla chiesa di Saint Suplice a Parigi si è svola una veglia di preghiera per Vincent. “Un raduno serale composto e commosso”, così lo descrive Avvenire, raccontando che alla veglia hanno partecipato centinaia di francesi. Nella giornata di mercoledì, l'arcivescovo di Parigi, monsignor Michel Aupetit si era espresso su Twitter. “Adesso è il tempo del raccoglimento, della compassione e della preghiera per Vincent Lambert. Oggi o domani vi suggerisco di celebrare la Messa con quest'intenzione, affidandolo al Signore, Dio di MIsericordia. Questa intenzione può essere estesa a tutti i suoi cari”. 

La storia di Lambert

Il suo calvario inizia nel settembre 2008 quando Vincent, infermiere, è vittima di un terribile incidente mentre è alla guida della sua motocicletta. Dopo il trasporto al pronto soccorso la diagnosi è impietosa: non potrà più muoversi, alimentarsi, espletare da solo i suoi bisogni fisici. I medici spiegano ai familiari che il proprio congiunto resterà per sempre in uno stato di coscienza minima. Una condizione diversa da quella vegetativa: il paziente in questi casi può, infatti, manifestare comportamenti e piccole reazioni, ma è impossibile stabilire se li comprenda.

Una famiglia lacerata

Un caso doloroso e drammatico quello di Vincent, non solo per la tetraplegia che lo ha ridotto a un vegetale, ma anche per la lacerazione della sua famiglia. Da un lato la moglie Rachel e due dei suoi 7 fratelli che chiedono di staccare la spina, dall'altro i genitori e gli altri cinque fratelli che chiedono di mantenere in vita il loro familiare

Le tappe dei vari ricorsi

Nel 2013, l'equipe del dottor Eric Kariger decide di non proseguire con l'alimentazione artificiale con il consenso della signora Lambert. Nella decisione non vengono coinvolti i genitori che si appellano al tribunale amministrativo di Chalons-en-Champagne e l'11 maggio dello stesso anno ottengono l'interruzione del protocollo. Nel settembre del 2014 si riunisce una nuova commissione di esperti che a maggioranza vota a favore dell'eutanasia. I genitori si rivolgono nuovamente al giudice amministrativo ottenendo un pronunciamento a loro favore. La moglie e due dei suoi fratelli presentano ricorso al Consiglio di Stato che accoglie le richieste del procuratore Keller, annullando la decisione proveniente da Chalons-en-Champagne. I genitori non demordono e si rivolgono alla Corte di Strasburgo, la quale dichiara che la procedura di sospensione delle cure è conforme alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Tra il 2016 e il 2018 diversi tribunali francesi, e per due volte la Corte di Cassazione, confermano la legittimità dello stop ai trattamenti sanitari.

L'intervento di Papa Francesco

Il 20 maggio 2019, l'ospedale inizia la procedurea per l'interruzione dell'alimentazione e dell'idratazione. Anche se non citando direttamente il caso di Vincent, Papa Francesco è intervenuto su Twitter chiedendo di pregare “per quanti vivono in stato di grave infermità. Custodiamo sempre la vita, dono di Dio, dall'inizio alla fine naturale. Non cediamo alla cultura dello scarto“. Il 21 maggio 2019, in seguito al ricorso dei genitori, la Corte d'Appello di Parigi ha ordinato la ripresa delle cure palliative che erano state sospese il giorno precedente.

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Appello che il Pontefice ha lanciato nuovamente nella giornata di mercoledì 10 luglio, sempre affidando le sue parole a Twitter. “Preghiamo per i malati che sono abbandonati e lasciati morire – ha scritto sul social dei cinguettii – Una società è umana se tutela la vita, ogni vita, dall'inizio al suo termine naturale, senza sceglierre chi è degno o meno di vivere. I medici servano la vita, non la tolgano“.  

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La legge Claeys-Leonetti

In Francia il tema del fine vita è regolato dalla legge Claeys-Leonetti, varata nel 2016, che pur vietando eutanasia e suicidio assistito, prevede l'interruzione delle cure per il mantenimento artificiale in vita di un paziente in caso di accanimento terapeutico, contro il volere del paziente o in seguito a una decisione collegiale. La legge prevede anche che, oltre alle procedure per la fine delle cure palliative, sia garantita una sedazione “controllata, profonda e continua” e la somministrazione di analgesici “per precauzione”.