Monterotondo, in gravissime condizioni il bimbo di 2 mesi rapito dal padre in Viale Mazzini

Aveva portato via con sé il figlio, di appena due mesi e mezzo, dopo una furiosa lite con la sua ex compagna, avvenuta il 18 febbraio scorso in Viale Mazzini, zona Monterotondo. Al termine del diverbio, il 21enne ha sferrato un violento pugno in volto alla ragazza, scappando subito dopo assieme al piccolo e facendo perdere le sue tracce per dodici ore. Per cercarli erano state mobilitate le Forze dell’ordine, immediatamente allertate dalla donna (una 20enne di origine lituana), le quali hanno agito avviando imponenti ricerche addirittura per via aerea (impiegando un elicottero). L’uomo è stato infine individuato all’interno del Centro commerciale “Porte di Roma”, dove si trovava con il bambino. Secondo quanto riferito, subito dopo essersi allontanato con il piccolo il giovane avrebbe preso un treno proprio in direzione Bufalotta, passando la notte in una baracca di Viale Kant.

Lesioni gravissime aggravate

Gianluca Caucci è stato così tratto in arresto dalle Forze dell’ordine, mentre il figlio si trova ora ricoverato presso il reparto di Neurologia pediatrica del Policlinico “Gemelli” in gravissime condizioni, avendo riportato un trauma alla testa e un conseguente versamento. Il bambino, almeno inizialmente, era apparso in buone condizioni. Invece, a seguito di esami più approfonditi, è stata riscontrata una lesione cranica all’altezza dello zigomo, le cui cause rimangono però ancora incerte. Il padre avrebbe raccontato ai Carabinieri di non avergli fatto nulla, sostenendo anche di aver comprato del latte in polvere per farlo mangiare. A ogni modo, il riscontro del grave ematoma ha ulteriormente aggravato la posizione del giovane il quale, inizialmente accusato di sottrazione di minore, e lesione nei confronti della sua ex compagna, è ora indagato anche per lesioni gravissime aggravate. Dopo l’arresto, è stato trasferito presso il Carcere di Rebibbia, dove si trova tuttora in custodia in attesa di ulteriori elementi che dovrebbero emergere dall’indagine, condotta dalla Procura di Tivoli.