Taranto: scoperti importati reperti archeologici del VI secolo a.C.

L’Italia è un Paese ricco di reperti archeologici ancora da scoprire. Lo dimostrano i recenti rinvenimenti avvenuti in Puglia durante gli scavi per l’Acquedotto Pugliese.

I lavori all’acquedotto

Nello specifico, i lavori riguardavano il risanamento e la manutenzione delle reti idriche nel centro di Taranto, avvenuti tra il 2016 e il 2017. L’intervento – rende noto Acquedotto Pugliese riportato da Ansa a conclusione dei lavori – era finalizzato alla sostituzione di vecchie tubazioni con nuove di maggior diametro, per una lunghezza complessiva di 3,7 km.

I reperti

I ritrovamenti ritenuti dagli esperti di assoluto pregio sono relativi soprattutto alla necropoli della città greca e romana, con sepolture di varia tipologia databili fra il VI e il I secolo a.C. (tombe a semicamera, a sarcofago, a fossa, olle fittili), coi relativi corredi funerari. Sono stati effettuati anche rinvenimenti collegabili ad attività di culto e artigianali, come il rinvenimento di fornaci per la lavorazione dell’argilla del II secolo a.C., pozzi obliterati in periodi diversi (dall’età arcaica a quella ellenistica), antichi tracciati viari in cocciopesto.

Taras

Taranto (Taras in greco, Tarentum, in latino) è una città di antichissima fondazione: la cronologia tradizionale le assegna la data del 706 a.C. Durante il periodo della colonizzazione greca sulle coste dell’Italia meridionale, la città fu tra le più importanti della Magna Grecia. In quel periodo, infatti, divenne una potenza economica militare e culturale, che diede i natali a filosofi, strateghi, scrittori e atleti, diventando anche sede della scuola pitagorica tarantina, la seconda più importante dopo quella di Metaponto.

Nel 281 a.C. entrò in conflitto con Roma (guerra tarentina) insieme al suo alleato Pirro, Re dell’Epiro, ma capitolò definitivamente nel 272 a.C. Durante la seconda guerra punica, Taranto aprì le porte ad Annibale nel 212 a.C., ma fu punita tre anni dopo con la strage dei suoi cittadini e col saccheggio quando Fabio Massimo la riconquistò. Nel 125 a.C. vi fu dedotta una colonia romana (colonia neptunia), mentre nel 90 a.C. fu eretta a Municipium con la Lex municipii Tarentini. Per tale motivo, nel suo sottosuolo, esistono numerose testimonianze archeologiche della sua ricchissima storia.