“Varion”: l’algoritmo italiano ‘cacciatore’ di tsunami

Un algoritmo italiano è il nuovo ‘cacciatore’ di tsunami della Nasa. Si chiama Varion (acronimo di Variometric Approach for Real-time Ionosphere Observation) ed è “una sequenza ordinata e finita di operazioni” in grado di individuare in tempo reale il momento in cui uno tsunami viene generato e il tempo che impiega a raggiungere la costa.

Tsunami

Lo tsunami è un termine giapponese per indicare una onda anomala provocata normalmente – ma non sempre – da un maremoto, vale a dire un moto ondoso del mare originato da un terremoto sottomarino o prossimo alla costa che produce onde alte anche 10 metri. Lo tsunami del 2004 nel sud-est asiatico provocò la morte di oltre 230mila persone.

Varion

Varion – pubblicato sulla rivista Scientific Reports – è stato sviluppato da Giorgio Savastano, 27 anni dottorando di Geodesia e Geomatica, con Augusto Mazzoni e Mattia Crespi dell’Università Sapienza di Roma in collaborazione con il Jet Propulsion Laboratory (Jpl) del California Institute of Technology della Nasa.

L’algoritmo Made in Italy utilizza osservazioni provenienti da Gps e altri sistemi di navigazione satellitare per individuare, in tempo reale, le perturbazioni nella ionosfera terrestre, lo strato dell’atmosfera che si estende da circa 80 a 1000 chilometri al di sopra della superficie terrestre, associate agli tsunami.

“Varion è in grado di individuare le perturbazioni dell’atmosfera terrestre generate dagli tsunami, riuscendo così a individuare gli tsunami in tempo reale, prima che possano raggiungere le coste”, spiega Mazzoni, anch’esso ricercatore di geodesia alla Sapienza. L’algoritmo “è quindi in grado di contribuire efficacemente ai sistemi di allerta precoce (early warning), che viene diramata immediatamente dopo la rilevazione di un evento potenzialmente pericoloso e prima che questo raggiunga un determinato luogo”.

Nasa

“Varion è un contributo innovativo per un sistema integrato di allerta tsunami” afferma Savastano. Il prossimo passo, ha aggiunto, è “implementare questo algoritmo” all’interno della rete del Jpl che fornisce dati in tempo reale da circa 230 stazioni in tutto il mondo. Il lavoro, finanziato da Sapienza e Jpl, sarà infatti adottato dalla Nasa per individuare in tempo reale gli tsunami prima che raggiungano la costa affinché la popolazione possa essere allertata e mettersi in salvo.