I danni delle valanghe costano all’Italia 4 volte più della prevenzione. Piano sociale anti-disastri

Contro il dissesto idrogeologico e le catastrofi naturali che provocano colossali danni alle comunità in vaste aree geografiche, installati in Piemonte sensori hi tech interamente "made in Italy" conto la siccità e le valanghe. "Impatto ambientale zero", spiegano gli esperti

Contro valanghe, siccità e dissesto idrogeologico sono stati installati in Piemonte sensori hi tech. Un esperimento-pilota per un paese come l’Italia da anni alla prese da anni con catastrofi che provocano danni colossali. Ripararli costa quattro volte più che prevenirli. Alessandro Amato è stato direttore del Centro Nazionale Terremoti e membro della Commissione Grandi Rischi. Ha coordinato e partecipato a numerosi progetti di ricerca nazionali e internazionali. Pubblicando articoli sulle maggiori riviste scientifiche del settore. Afferma a Interris.it il geologo e sismologo, dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV): “Una corretta programmazione è alla base di tutte le azioni successive. Di prevenzione. E di salvaguardia delle vite umane e dei beni”.

Sos valanghe e siccità

Gestire la quantità d’acqua nei bacini idrici. Per monitorare il rischio siccità. Ma anche prevenire le valanghe. Misurando la densità della neve in luoghi inaccessibili. La chiave è in nuovi sensori ad alta tecnologia. Interamente “made in Italy”. Tecnologie con un impatto ambientale zero. Che possono ‘arrivare’ anche in zone rischiose per un tecnico. E che ‘lavorano’ basandosi sulla misura dei neutroni ambientali. Prodotti dai raggi cosmici. Insomma, dai laboratori di fisica alle attività concrete quotidiane. Tutto questo è una realtà possibile in alcuni siti piemontesi. Nei quali ora sono state installate le sonde di nuova concezione tutte italiane.
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Università e start up

Le installazioni sono state realizzate da Finapp-Fisica Nucleare Applicata. Una start up fondata da ricercatori dell’università di Padova. Dei tre siti piemontesi due sono stati realizzati per conto del Gruppo Iren. E una per Arpa Piemonte. Con funzioni e obiettivi diversi. Il Gruppo Iren ha deciso di utilizzare questa tecnologia innovativa per rilevare lo “snow water equivalent”. Ovvero un dato che consente di rilevare la densità della neve. Sono state installate due sonde. Una sopra il bacino idroelettrico di Diga Teleccio. E una in quota tra i laghi Serrù e Agnel. Finapp è stata fondata nel 2018 da Luca Stevanato. Con altri due ricercatori. Marcello Lunardon, Sandra Moretto. Lo spin off dell’Università di Padova ha sviluppato un sensore di ultima generazione. Per misurare il contenuto idrico del suolo. E’ basato sulla misura dei neutroni ambientali prodotti dai raggi cosmici: “Cosmic-Ray Neutron Sensing”.
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Impatto ambientale zero

La startup fondata dai tre fisici di Padova evidenzia che queste sonde hanno un impatto ambientale praticamente zero. Sfruttano i raggi cosmici per misurare la densità della neve. Hanno dimensioni estremamente contenute. E possono lavorare in autonomia. Consentendo analisi quotidiane dello stato della neve. I dati ottenuti saranno fondamentali per la regolazione preventiva dei bacini idrici. E per consentire di sfruttare l’acqua nella generazione di energia. Senza rischiare di far scendere i bacini stessi sotto il livello minimo necessario. Sarà infatti possibile conoscere la quantità d’acqua disponibile complessivamente. E di fatto regolare i flussi nella Valle dell’Orco. Cercando di preservare le risorse necessarie anche in caso di siccità“.
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Passo avanti

Grazie alle nuove tecnologie si compie un passo avanti rispetto alle rilevazioni finora eseguite da guide alpine. Che periodicamente salivano in quota. Per effettuare dei rilevamenti. Risultando non solo meno precisi. Ma anche estremamente più rischiosi. In particolare per l’operatore. Perché sono collocate dove non è agevole arrivare. Se non con un percorso impervio. O direttamente con gli elicotteri. Mentre adesso potranno essere quotidiane e più complete. E senza rischi per gli operatori. Una terza sonda piemontese è stata installata da Arpa Piemonte. Presso la stazione nivometrica in Colle del Sestriere. Per la prevenzione delle valanghe.
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Prevenzione

La densità, oltre che l’altezza della neve, è uno dei parametri che consente di rilevare situazioni critiche. E poterle verificare quotidianamente è fondamentale. Uno strumento aggiuntivo potrà consentire interventi preventivi. Per la sicurezza. Ma anche potrà fornire dei dati ambientali importanti. Finalizzati alla regolazione dei bacini idrici a valle. “I processi di interazione dei neutroni -spiegano i tre fisici – sono descritti da modelli. Che permettono di risalire alla quantità media d’acqua presente nell’ambiente. Attorno alla stessa sonda. L’area che si può sondare è dell’ordine di qualche ettaro. In pratica è la fusione intelligente delle migliori tecnologie oggi esistenti. Per la misura dell’acqua nel suolo. Si offre così un’opportunità unica per creare strumenti innovativi. In grado di essere applicati anche al mondo dell’agricoltura intelligente. Grazie ai costi estremamente contenuti.

Acqua nei terreni

Il Piemonte è la seconda regione italiana ad utilizzare questa tecnologia per il controllo della densità delle neve. E la prima che vede interessata un’azienda multiservizi. In Veneto sono presenti altre due sonde. Una per la rilevazione della neve sopra Falcade. E una seconda nel padovano. Finalizzata a misurare la quantità di acqua nei terreni. Per la gestione intelligente delle coltivazioni. Anche in Lombardia ed Emilia Romagna ci sono alcuni siti delle rispettive Arpa. Le agenzie regionali per la prevenzione hanno adottato questa tecnologia per rilievi in ambito agricolo e ambientale. Alcune installazioni sono state fatte all’estero in Austria. Ad esempio a Kaunertal. Anche in questo caso con l’obiettivo di verificare la densità della neve. E regolare i bacini idrici e la produzione idroelettrica. Ma non solo.
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Monitoraggio anti-valanghe

Hanno manifestato il loro interesse a questa tecnologia unica anche il Politenico di Torino. La Regione Toscana. E diverse altre nazioni. Anche extra europee. L’università d’ingegneria del capoluogo piemontese ha terminato d’installare il sistema, Del valore di 39 mila euro. Servirà a monitorare la biomassa forestale a Castello Borello. Val di Susa. Un sito d’interesse reso famoso dal meteorologo Luca Mercalli. E Nimbus, il più autorevole portale italiano sulla meteorologia e il clima. La zona è studiata da più di un decennio. Si controllerà come la foresta cresce dopo l’abbandono della montagna. E il riscaldamento globale. L’intenzione di Finapp è di “crescere nel 2021“. E di realizzare un sito produttivo italiano. Visto che è statunitense l’unica azienda in grado di realizzare alcune delle schede necessarie per completare l’apparato.