Saldi invernali: i consigli dell’Unione nazionale consumatori

Il presidente dell'Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona, avverte i cittadini su come comportarsi nel periodo dei saldi e a cosa prestare attenzione

Foto di TooMuchCoffeeMan da Pixabay

Stanno per iniziare i saldi invernali. Secondo uno studio dell’Unione Nazionale Consumatori, il trend di quest’anno è migliore rispetto al 2023, ma inferiori rispetto al 2022. Sono diverse le categorie di prodotti a cui verranno applicati i ribassi dall’abbigliamento alle calzature. I consigli dell’Unione nazionale consumatori.

Saldi invernali: i consigli dell’Unione nazionale consumatori

Sconti più alti rispetto a quelli praticati nel 2023, ma inferiori nel confronto con il 2022. E’ la previsione sui saldi invernali che emerge dallo studio dell’Unione Nazionale Consumatori, che ha analizzato i ribassi effettivamente praticati dai commercianti negli ultimi anni secondo le rilevazioni Istat, stimando il trend di quest’anno. L’abbigliamento (indumenti e accessori) quest’anno registra un abbassamento medio dei prezzi del 20,4%, in aumento di 1 punto percentuale su gennaio 2023 e in flessione di 1,3 punti sui saldi invernali del 2022.

I saldi più convenienti

In particolare, evidenzia lo studio, il record della convenienza spetta agli indumenti, che con una riduzione del 22,1% rappresentano la voce più scontata, +1,1 punti sullo scorso inverno, -1,3 punti su due anni fa. La diminuzione minore del prezzo, come sempre, spetta agli accessori (guanti, cravatte, cinture…), con una flessione dei listini del 9,6%. Le calzature segneranno un ribasso del 18,2%, +0,7 punti rispetto al 2023, -2,2 punti sul 2022. Nel complesso, per abbigliamento e calzature lo sconto sarà del 20,1% (+1 punto nel confronto con l’inverno 2023, -1,4 sul 2022).

I consigli dell’Unione nazionale consumatori

Continuiamo a suggerire ai consumatori di guardare sempre al prezzo effettivo da pagare e di non farsi incantare da ribassi improbabili, che spesso nascondono fondi di magazzino o prezzi vecchi gonfiati che, nonostante la direttiva omnibus sul prezzo precedente, ancora permangono. Ricordiamo poi ai consumatori che se il prodotto è difettoso non devono più denunciare il difetto entro due mesi dalla sua scoperta, anche se prima lo fanno e meglio è”, afferma il presidente dell’Unione nazionale consumatori, Massimiliano Dona.

Fonte Ansa