ALEPPO: UCCISI 49 CIVILI, TRA CUI 2 BAMBINI, DAI RAID AEREI GOVERNATIVI

Almeno 49 civili, tra i quali almeno due bambini, sono stati uccisi ieri in combattimenti ad Aleppo, città siriana sotto assedio da settimane. Lo hanno reso noto attivisti siriani e media statali. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr; un ufficio informazioni che documenta l’abuso dei diritti umani nella Guerra civile siriana fondato nel maggio 2006 dal sunnita Rami Abdulrahman) i raid aerei governativi e il fuoco di artiglieria sulle aree controllate dall’opposizione hanno ucciso 40 civili.

Secondo un altro network siriano di attivisti, il “Comitato per il coordinamento locale”, il bilancio è invece stato di almeno 45 morti. Sia i media statali sia l’Osservatorio riportano che il fuoco di artiglieria dei ribelli sui distretti di Aleppo controllati dal governo ha ucciso nove civili, inclusi due bambini. Altre 22 persone, solo secondo i media statali, sono rimaste ferite.

Prosegue intanto l’offensiva internazionale contro l’Isis nei territori della Siria e dell’Iraq, ma anche in Libia e nello Yemen, Paesi dove i jihadisti sono costretti ad arretrare e ad abbandonare alcune loro roccaforti lasciandosi però alle spalle morti e devastazioni. Due giorni fa è stata liberata la città siriana di Manbji, per più di due anni e mezzo sotto il potere degli jihadisti. Ora le Forze democratiche siriane (Sdf) – a predominanza curda – si stanno organizzando per riconquistare, sempre con il sostegno degli Usa, quella che l’Isis ha eletto a propria capitale in Siria, Raqqa.

Sempre ad Aleppo, dove nelle scorse ore sono state pesantemente bombardate anche la vicina città di Idlib e altre località limitrofe, è difficile se non impossibile distinguere chi – tra jihadisti dell’Isis e ribelli anti-Assad – è nel mirino delle offensive russo-siriane. I caccia russi solo ieri hanno compiuto 26 raid che avrebbero colpito indistintamente i nemici di Damasco e i miliziani del Califfato. Mosca non ribatte alle critiche, ma riferisce che i suoi jet hanno distrutto esclusivamente mezzi militari e depositi di armi e munizioni dell’Isis. Sugli oppositori del presidente Assad, dunque, neppure un cenno.