Corruzione e turbativa d’asta, 70 arresti in Campania: coinvolti anche imprenditori e politici

Con un’imponente operazione contro la camorra, la Guardia di Finanza di Napoli ha eseguito 70 ordinanze di custodia cautelare, nell’ambito dell’inchiesta condotta da un team di cinque pm della Direzione distrettuale antimafia (Catello Maresca, Maurizio Giordano, Luigi Landolfi, Sanseverino e Gloria D’Alessio) e coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli.

Le ipotesi di reato

Gli arrestati dovranno rispondere, a vario titolo, di corruzione, turbativa d’asta, fino al concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo quanto accertato dagli uomini della Guardia di Finanza, sono almeno 18 i bandi di gare truccati per favorire i Casalesi, nello specifico il clan Zagaria. A finire in manette per la corruzione negli appalti pubblici, non sono solo politici locali, ma anche funzionari pubblici, imprenditori, professori universitari, commercialisti, ingegneri e “faccendieri” che sono coinvolti con varie responsabilità nella gare per gli appalti pubblici che sono state realizzate in varie province della Campania. In molti casi il loro “intervento” era finalizzato all’agevolazione delle organizzazioni criminali camorristiche.

I destinatari delle ordinanze di custodia cautelare

Tra gli arrestati ci sono l’ex assessore regionale e consigliere regionale Pasquale Sommese e per suo fratello, Claudio Borrelli direttore di Adisu, Ferdinando Bosco, sindaco di Casapulla, Adele Campanelli, che dal 2010 è alla guida della Soprintendenza Archeologica regionale. Una seconda ordinanza è stata notificata anche all’imprenditore A. Z. già detenuto e all’ex sindaco Biagio di Muro.