Arrestato a Dubai Giancarlo Tulliani, è accusato di riciclaggio

E'stato arrestato a Dubai (negli Emirati Arabi Uniti) Giancarlo Tulliani, fratello della compagna dell'ex leader di An, Gianfranco Fini. In base a quanto si apprende, Tulliani è destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per riciclaggio nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Roma. La custodia era stata emessa lo scorso 20 marzo dalla gip Simonetta D'Alessandro, ma il provvedimento non era stato eseguito perché Tulliani risiedeva a Dubai. Due giorni dopo, Tulliani era stato dichiarato latitante dalla stessa gip.

Cronisti d'assalto

Il suo avvocato Titta Madia, parlando con Adn Kronos, ha spiegato: “Giancarlo Tulliani si era recato alla polizia perché si lamentava del fatto che c'erano dei giornalisti che lo seguivano. La polizia, nel raccogliere la sua denuncia, ha visto il mandato cattura internazionale e lo ha arrestato. Tulliani è ora con un avvocato del posto, in attesa del procedimento di estradizione. Si vedrà cosa decideranno le autorità di Dubai”.

Riciclaggio

Nello specifico, a Tulliani viene contestato il reato di riciclaggio nell'ambito dell'inchiesta sui rapporti, ritenuti illeciti, della famiglia Tulliani con il “re delle slot” Francesco Corallo. Per lo stesso reato è indagato anche Fini, cognato di Giancarlo. Come ricostruit da Repubblica, Francesco Corallo è stato arrestato il 13 dicembre 2016 assieme a Rudolf Theodoor Anna Baetsen, Alessandro La Monica, Arturo Vespignani e Amedeo Laboccetta. Tutti ritenuti capi e membri di un'associazione a delinquere a carattere transnazionale dedita al riciclaggio di denaro tra Italia, Olanda, Antille Olandesi, Principato di Monaco e Santa Lucia. Soldi accantonati dal mancato pagamento delle imposte sul gioco online e sulle video-lottery, con conseguente contestazione dei reati di peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

Trattato non ratificato

L'Italia ha di recente messo a punto un accordo sulle estradizioni con gli Emirati Arabi nei casi in cui siano coinvolti dei cittadini italiani. Ma il concordato, sottolinea l'avvocato Madia, non è “ancora stato ratificato in via definitiva dal Parlamento”. Per tale motivo, se Dubai dovesse dare esito negativo all'estradizione, “Tulliani tornerà libero“.