Crisi in Corea, l’Onu: “Gravi violazioni del regime”, gli Usa: “Quando è troppo è troppo”

L’ultimo test nucleare effettuato dalla Corea del Nord è “il più potente mai realizzato in precedenza”. Così il sottosegretario generale alle Nazioni Unite, Jeffrey Feltman, durante la riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, che ha sottolineato “le gravi violazioni” delle risoluzioni Onu e dei trattati internazionali da parte del regime di Pyongang.

Nel corso della riunione gli Stati Uniti hanno ancora una volta invitato a rompere gli indugi, invitando l’organismo internazionale ad adottare le misure più severe possibile contro il regime di Kim Jong-un. “Enough is enough“, “quando è troppo è troppo” ha sbottato l’ambasciatrice Usa Nikki Haley, criticando poi l’azione spesso “troppo lenta e debole” del Palazzo di Vetro. Il “regime nordcoreano – ha avvertito la diplomatica – si sta preparando per fare la guerra“. Gli Stati Uniti hanno poi rivolto un monito a quanti continuano a “fare affari con con la Corea del Nord, aiutando il regime“. Parole che sembrano rivolte soprattutto alla Cina. “Il programma nucleare della Corea del Nord – ha detto ancora Haley – ha raggiunto una pericolosità senza precedenti – ha detto Haley – e solo le azioni e le sanzioni più forti possono fermare il regime”. Significativo è stato anche l’intervento dell’ambasciatrice cinese, che ha definito come “sbagliate” le azioni di Pyongyang e invitato il Kim a interrompere immediatamente le sue provocazioni”.

Favorevoli a nuove sanzioni sono anche Gran Bretagna e Francia, secondo cui occorre aumentare la pressione sul regime per penalizzare ulteriori settori dell’economia del Paese. “Ne va della nostra credibilità – ha spiegato l’ambasciatore francese la possibilità di un negoziato con la la Corea del Nord non è mai stata così lontana”. Il rappresentante britannico ha, invece, sottolineato che il dialogo sarà impossibile fino a quando il regime di Pyongyang “non cambierà drasticamente direzione“.

Dura condanna al nuovo test nucleare è arrivata anche dai leader del G7. Secondo Paolo Gentiloni, Justin Trudeau, Emmanuel Macron, Angela Merkel, Shinzō Abe, Theresa May, Donald Trump, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk. “La Corea del Nord deve immediatamente” abbandonare “tutti i programmi nucleari e i programmi di missili balistici in una maniera che sia completa, verificabile e irreversibile”. I Paesi del G7 si dicono pronti a “rafforzare ancora le misure che puntano a raggiungere” l’obiettivo di fermare i test nucleari della Corea del Nord e “richiamiamo con forza il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ad assumersi le sue responsabilità e lavorare per l’adozione di una nuova ed efficace risoluzione che includa misure più forti”.