ROMA, TORNA A SPLENDERE LA SCALINATA SETTECENTESCA DI TRINITÀ DEI MONTI

La Scalinata di Trinità dei Monti, uno dei simboli di Roma, è tornata al suo originario splendore. A seguito di un restauro durato un anno e dieci mesi, è stata restituita alla città, ai romani e al mondo. Alla cerimonia di inaugurazione era presente la sindaca Virginia Raggi, e l’ad di Bulgari, la Maison italiana che ha finanziato i lavori con 1,5 milioni in occasione dei suoi 130 anni. Per celebrare la Scalinata, il concerto dell’accademia nazionale di Santa Cecilia, diretta dal maestro Antonio Pappano, è stato preceduto da un momento di danze e luci. La notte romana è stata illuminata con fuochi d’artificio e proiezioni artistiche, affiancate da noti brani di musica classica composti da autori come Mozart e De Falla.

“Per evitare utilizzi impropri e il degrado c’è un’ordinanza che vieta bivacchi, senza, tuttavia impedirne l’utilizzo. Sarà un monitoraggio più attento e presente da parte dei vigili. Non credo che sarà chiusa la notte”, ha detto la Raggi. “È un grande giorno di festa oggi perché l’inaugurazione della scalinata di Trinità dei Monti è la restituzione non solo ai cittadini di Roma di uno dei monumenti più simbolici della città e più conosciuti al mondo, ma la è anche la restituzione di uno spazio funzionale per raccordare le pendici del Pincio, lungo via Sistina, e piazza di Spagna – ha detto Claudio Parisi Presicce, Sovrintendente dei beni archeologici della Capitale -. Il lavoro eseguito ha richiesto l’intervento di 82 persone”.

La Scalinata di Trinità dei Monti, realizzata tra il 1723 e il 1726 su progetto dell’architetto romano Francesco De Sanctis, costituisce una scenografica unione tra le pendici del Pincio dominate dalla chiesa della SS. Trinità e la sottostante piazza di Spagna. L’idea di superare il forte dislivello con una scala è documentata già nel 1559. Nel 1717, Clemente XI bandì un concorso per il progetto a cui parteciparono i maggiori architetti del tempo. I lavori iniziarono solo sotto Innocenzo XIII (le aquile araldiche della sua casata – Conti – compaiono, insieme ai gigli di Francia, sui cippi alla base del monumento), e furono ultimati da Benedetto XIII nel 1726.

La lunga scalinata, che sembra adagiarsi sul colle articolandosi in un continuo alternarsi di sporgenze e rientranze, è espressione di una monumentalità tipica del settecento romano che la accomuna alle altre importanti realizzazione urbane del secolo costituite dal porto di Ripetta (demolito alla fine del XIX secolo) e da fontana di Trevi. Sottoposta nel tempo a numerosi interventi di manutenzione, la scalinata è stata oggetto di un importante restauro completo nel 1995.