Tria favorevole al taglio dell'Irpef

Si è detto favorevole a partire col taglio dell'Irpef il ministro dell'Economia Giovanni Tria, intervenuto alla Summer School di artigianato: “Bisogna trovare gli spazi in modo molto graduale per una partenza di un primo accorpamento e una prima riduzione delle aliquote sui redditi familiari. Bisogna vedere le compatibilità di bilancio ma sono molto favorevole a partire”. Partire ma con criterio, attuando il tutto “in modo molto graduale”: “Oggi – ha detto il ministro – c'è una complessità di aliquote, aliquote alte, e una massa di Tax expenditures. Non si capisce mai chi vince e chi perde. La flat fax va finanziata con le tax expenditures” ma è “un processo complesso e richiede tempo”.

“Tap e Tav? Spero si facciano”

A proposito di flat tax, il ministro Tria spiega che sarà finanziata attraverso “la complessa operazione” del riordino delle esenzioni fiscali, annunciando al contempo che la “strutturale riduzione della pressione fiscale” porterà come effetto principale la cosiddetta “pace fiscale”. Ma il titolare del Mef si sofferma anche sulle grandi opere: “Personalmente – ha detto in merito a Tav e Tap – spero che si facciano, che il problema si sblocchi, che ci sia una soluzione, anche perché si tratta di grandi collegamenti internazionali”. Dichiarazioni arrivate più o meno in contemporanea con quelle del ministro Toninelli, per il quale sul “progetto dell'alta velocità Torino-Lione, così come le altre maggiori opere figlie della 'legge obiettivo', stiamo procedendo ad una attenta e oggettiva 'analisi costi-benefici' per valutare effetti sociali, ambientali ed economici e vedere quanto e se i costi superino i benefici. Alla fine di questa valutazione e sulla base di essa faremo la nostra scelta politica”.

Cdp

Per quanto riguarda Cassa depositi e prestiti, Tria ha spiegato che si tratta di “un soggetto partecipato, controllato dal ministero dell'Economia ma – ribadisco – privato. Ogni azione deve essere correlata al fatto che è un soggetto privato e avere un calcolo economico. Altrimenti rientrerebbe nel settore pubblico e avremmo un salto sul debito che non voglio neanche pensare.  In un certo senso è il nostro fondo sovrano, ma resta sempre fuori dal settore pubblico”.