Covid Usa, Washington Post: “Valutato test nucleare”

I decessi per Coronavirus in Usa sono più di 96mila; New York resta l'epicentro della pandemia nel Paese con 28.853 morti. Bancarotta per la Hertz in Usa e Canada

Test nucleare usa

L’amministrazione Usa ha recentemente discusso la possibilità di effettuare un test nucleare, il primo dal 1992, mossa che – secondo quanto riferisce oggi il Washington Post – avrebbe conseguenze di vasta portata per le relazioni con altre potenze nucleari. La questione, spiega il giornale statutitense, è emersa in una riunione di alti funzionari delle principali agenzie di sicurezza nazionali il 15 maggio scorso, dopo le accuse a Mosca e Pechino che starebbero conducendo test nucleari a basso costo, accuse che Russia e Cina avevano però prontamente respinto.

Coronavirus

Prosegue intanto l’espandersi della pandemia da coronavirus in Nord America. Secondo la Johns Hopkins University, il numero dei morti è salito a quota 96.001, quello dei contagi a 1 milione e 601.251, oltre 25 mila unità in più rispetto a giovedì. Nelle ultime 24 ore sono morte altre 1.260 persone. Lo Stato di New York resta l’epicentro della pandemia nel Paese, con 358.154 casi di contagio confermati e 28.853 morti, una cifra simile a quella della Spagna. L’Institute of health metrics and evaluation (Ihme) dell’Università di Washington stima che ai primi di agosto il bilancio complessivo delle perdite umane toccherà la soglia di 143.000 decessi.

Hertz in bancarotta

Il virus condanna un’altra azienda al fallimento. Si tratta del colosso mondiale dell’autonoleggio Hertz è in profonda crisi economica per le conseguenze del lockdown. L’azienda ha presentato dalla sede centrale – a Park Ridge, in New Jersey – istanza di fallimento in Usa e Canada. “L’impatto di Covid-19 sulla domanda di spostamento è stato improvviso e drammatico – ha scritto la Hertz in una nota – con un brusco calo delle entrate e delle prenotazioni future”. Il 21 aprile Hertz aveva già tagliato 10mila posti di lavoro in Nordamerica, equivalenti al 26,3% della sua forza lavoro globale, per tentare di preservare liquidità in vista delle incertezze dovute al virus. Oggi, la bancarotta.