Sfregiata la targa che ricorda la scorta di Moro

Una svastica e una scritta agghiacciante (“a morte le guardie“). Così è stata sfregiata la lapide commemorativa del rapimento di Aldo Moro in via Stresa, sulla quale vengono ricordati gli uomini delle forze dell’ordine uccisi il 16 marzo 1978 nell’agguato delle Brigate rosse: i due carabinieri Oreste Leonardi e Domenico Riccio e i poliziotti Raffaele Iozzino, Giulio Rivera e Francesco Zizza.

Quarant’anni dopo

Tutti ricordati nella stele, che era stata rimossa per lavori di restauro. Sul posto si sono recati gli agenti del commissariato Monte Mario per indagare sulla vicenda. Per trovare i responsabili gli investigatori si affideranno alle testimonianze dei residenti e ad eventuali registrazioni delle videocamere di sorveglianza presenti in zona. Il fatto avviene a meno di un mese dal quarantennale del rapimento dell’ex presidente della Democrazia Cristiana, poi ucciso dalle Br e fatto ritrovare nel confano di una Renault 4 rossa in via Caetani, a pochi passi dalla storica sede del Pci di via delle Botteghe Oscure.

Il rapimento

La tecnica utilizzata per l’agguato fu quella denominata “a cancelletto“. La tecnica prevedeva di intercettare una colonna di automobili attraverso il blocco di quella di testa, immobilizzando poi la colonna bloccando l’auto di coda. Moro viaggiava su una Fiat 130 blu insieme ai due carabinieri. La sua auto era seguita da un Alfetta bianca con a bordo i tre poliziotti. In totale, secondo le ricostruzioni successive, nell’attacco furono sparati circa 91 colpi, 45 dei quali avrebbero colpito gli uomini della scorta.