Iran: smantellata una cellula di terroristi takfiri nella città di Qasr-e Qand

Un gruppo di jihadisti takfiri è stato smantellato dalle forze terrestri del Corpo dei Guardiani della Rivoluzione islamica (Irgc) nella città di Qasr-e Qand, nella regione del Sistan e Beluchistan, nel corso di una operazione che ha portato all’uccisione di numerosi terroristi e al ferimento di altri. Lo ha reso noto l’ufficio relazioni esterne dell’Irgc senza precisare il numero di terroristi uccisi. I Pasdaran hanno comunicato che l’operazione è scattata dopo aver ottenuto informazioni sulla presenza del gruppo terrorista nell’area, inviando nella zona diverse unità terrestri che hanno attaccato a sorpresa il gruppo di terroristi. Le forze dell’Irgc hanno distrutto un veicolo carico di oltre 600 chilogrammi di esplosivi, sequestrato cinque bombe pronte per essere usate in attacchi suicidi, 700 chilogrammi di esplosivi, decine di migliaia di proiettili e numerose armi. L’operazione è ancora in corso per catturare alcuni terroristi che sono riusciti a fuggire e, secondo quanto comunicato, gli sviluppi saranno resi noti presto.

Intanto il ministro iraniano degli Esteri, Mohammad Javad Zarif, ha replicato al segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, affermando che “prima di tornare alla politica illegale e fallimentare di tentativi di cambiamento di regime in Iran, l’amministrazione americana dovrebbe studiare e apprendere dalla storia“. Tillerson aveva detto che la politica statunitense statunitense fa affidamento su “elementi all’interno dell’Iran” per portare a “una transizione pacifica di quel governo”.

“La debacle del colpo di Stato del 1953 e la rivoluzione del 1979 hanno dimostrato che i cittadini iraniani sono impermeabili ai tentativi esterni di decidere il loro destino”, ha aggiunto Zarif facendo riferimento al golpe guidato dagli Stati Uniti il 19 agosto 1953, che rovesciò l’allora primo ministro iraniano Mohammad Mosaddeq e riportò al trono lo Shah nonostante l’insoddisfazione del popolo iraniano. “Gli Stati Uniti avrebbero dovuto chiedere scusa per il colpo di Stato – ha concluso Zarif – e riconoscere la diplomazia come l’unica opzione“.