Fincantieri, attrito Roma-Parigi sulla nazionalizzazione dei cantieri Stx

Stop temporaneo o no, resta un fatto: la Francia nazionalizzerà i cantieri navali Stx di Saint-Nazaire, nei Paesi della Loira, di fatto bloccando momentaneamente gli investimenti della italiana Fincantieri. Un’inversione inattesa, dopo le parole pronunciate dal portavoce governativo Cristophe Castener relative al rigetto dell’ipotesi di una nazionalizzazione, presto smentite dapprima da un’indiscrezione del quotidiano “Le Monde” e, successivamente, in via ufficiale dal ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, il quale ha dato il via libera a esercitare il loro diritto di prelazione: “Il nostro obiettivo è difendere gli interessi strategici della Francia”, ha detto il ministro, sottolineando però che quella francese “è una decisione temporanea: continueremo a negoziare con i nostri amici italiani nei giorni che verranno”. Il dato momentaneo, però, è che la Fincantieri non controllerà i siti francesi Stx di Saint-Nazaire, uno scenario che ha incontrato il dissenso dei ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico, Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda: “Nazionalismo e protezionismo non sono basi accettabili su cui regolare i rapporti tra due grandi paesi europei. Per realizzare progetti condivisi servono fiducia e rispetto reciproco”.

Cali in borsa, trattative e telefonate

Eppure, lo stesso Le Maire ha specificato che la decisione transalpina non inficia sulle trattative con “gli amici italiani” che, a ogni modo, proseguiranno. A tal proposito, l’incontro fra il ministro francese e i pari ruolo del Governo Gentiloni atteso per martedì potrebbe definire ulteriori orizzonti per la situazione Stx-Fincantieri, poiché “non c’è alcuna reticenza da parte del governo francese, ma c’è solo la volontà di dire ai francesi che il savoir faire nazionale non uscirà dai confini europei e non ci sara’ il rischio di brusche riduzione dell’occupazione”. Al netto di questo, lo stop alla Fincantieri significa un’ulteriore calo dei titoli azionari dell’azienda italiana, dopo quello dell’8,6% riscontrato nella giornata di ieri. Proprio sul tema Stx, oltre che sulla crisi migratoria, la Libia (con il tema caldo degli hotspot) e altri argomenti, il presidente Macron ha telefonato al premier Gentiloni, in quello che da Palazzo Chigi hanno definito “un colloquio cordiale”.

Gli accordi precedenti

La proposta della Francia arrivata ieri (in realtà una sorta di ultimatum) riguardava la spartizione equa dei capitali, con concessione del termine ultimo al 29 luglio: in caso di mancata accettazione del compromesso, lo Stato transalpino avrebbe avanzato il suo diritto di prelazione sul 66,66% acquistato da Fincantieri a Seul (attualmente la Francia detiene il 33,3% di Stx). Secondo Roma, però, nessuna delle proposte di modifica degli accordi avanzate dall’Italia avrebbe incontrato il consenso di Parigi, nonostante “l’ampia disponibilità” mostrata dal nostro Paese. Una brusca accelerata quella dell’Eliseo che, di fatto, cancella il precedente accordo stipulato dalla partecipata statale con l’allora governo Hollande, nel quale veniva affidata la maggioranza assoluta a Fincantieri e Fondazione Cr Trieste.