“Nella Ghouta
guerra di sterminio”

Oltre 2 mila persone sono morte e quasi 5 mila sono rimaste ferite negli ultimi 3 mesi nella Ghouta orientale, enclave ribelle a pochi chilometri da Damasco martellata dall'aviazione del regime di Bashar al Assad. 

Inferno

Lo ha denunciato in una conferenza stampa a Istanbul, Salwa Aksoy, vicepresidentessa della Coalizione nazionale siriana, in esilio in Turchia. “Quello che sta accadendo nella Ghouta è una guerra di sterminio e un crimine contro l'umanità”, ha detto Aksoy. Secondo la stessa Coalizione, sempre negli ultimi 90 giorni sono 32 le strutture mediche distrutte nell'area dai raid di Damasco e dei suoi alleati, compresa la Russia. L'esponente dell'opposizione ha poi sostenuto che, in base alle regole dell'Onu, Mosca non dovrebbe poter votare la risoluzione del Consiglio di sicurezza sulla Ghouta, in discussione in queste ore a New York, perché coinvolta direttamente nel conflitto

L'appello dell'Ue

Della tragedia che si consuma alle porte della capitale siriana è tornata a parlare Federica Mogherini. “L'Unione europea sta esaurendo le sue parole per descrivere l'orrore vissuto dalla gente nella regione del Ghouta orientale, dove centinaia di civili, donne e bambini sono presi di mira deliberatamente e senza sosta. Sono le vere, innocenti vittime di questa guerra”. L'accesso umanitario, ha aggiunto, “senza ostacoli e la protezione dei civili è un dovere morale e una questione urgente. È responsabilità di tutti impedire ulteriori perdite di vite umane, fermare la violenza e i combattimenti e la comunità internazionale dovrebbe unirsi per fermare questa sofferenza umana“. Mogherini ha poi sottolineato che “l'Ue ha invitato tutte le parti in conflitto, anche i garanti delle quattro zone cuscinetto, a prendere tutte le misure necessarie per un immediato cessate il fuoco e proteggere il popolo siriano rispettando il diritto umanitario internazionale”. Ma allo stesso tempo ha chiesto “al regime siriano di smettere immediatamente di prendere di mira il proprio popolo e di adempiere alla sua responsabilità primaria, che è quella di proteggerli”. L'Alto rappresentante ha ricordato che l'Ue sostiene l'appello delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco umanitario di 30 giorni” e si “aspetta che la comunità internazionale la supporti a New York”, ricordando che “non esiste una soluzione militare al conflitto” e che “tutte le parti si impegnino seriamente nel processo politico guidato dall'Onu con urgenza”.

Terre des Hommes

Anche le organizzazioni umanitarie stanno rivolgendo appelli incessanti per fermare il massacro in corso in Siria, in particolare quello dei bambini. “Stremati da un conflitto che dura da 7 anni, in Siria i bambini continuano ad essere le prime vittime innocenti del nuovo intensificarsi del conflitto in corso, che dall’inizio del nuovo anno provoca incessantemente la morte di civili da nord a sud del Paese: dalla periferia Est di Damasco, a Damasco stessa, dal conflitto a Idbled, a nord del Paese, fino ad Afrin, verso il confine con la Turchia” si legge in un comunicato di Terre des Hommes Italia. L'organizzazione “chiede urgentemente a tutte le parti in conflitto di fermare gli scontri e lasciare il posto all’azione umanitaria per alleviare la sofferenza della popolazione civile, in primo luogo dei bambini. L’escalation della violenza in atto in tutto il Paese sta esponendo tutti i bambini a pericoli quotidiani inaccettabili e a gravi traumi a lungo termine. Il quadro è drammatico e si inserisce all’interno di un contesto di emergenza che perdura da anni e che ha visto oltre 400.000 decessi negli ultimi 5 anni. A queste cifre impressionanti si aggiungono 14,9 milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria; 6,3 milioni di sfollati (di cui 2,8 milioni di minori); più di 5 milioni di rifugiati siriani nei Paesi limitrofi (dati Onu)”.