Record storico: spumante supera champagne

Le bollicine d'Italia battono lo champagne. Il terzo millennio globalizzato brinda made in Italy. “Con un balzo del 9% nelle bottiglie esportate lo spumante italiano conquista le tavole nel mondo dove per Natale e Capodanno 2019 ci sarà il record storico di brindisi Made in Italy”, attesta un'analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che “a fine anno sarà raggiunto per la prima volta il record storico annuale delle vendite all'estero per una quantità superiore a 560 milioni di bottiglie, sulla base dell'andamento delle spedizioni registrato dall'Istat nei primi nove mesi”.

Prezzi superiori

Se in Italia lo spumante si classifica tra gli acquisti irrinunciabili nello shopping delle feste, all'estero, precisa la Coldiretti, non sono mai state richieste così tante bollicine italiane che in quantità dominano nettamente nei brindisi globali davanti allo champagne francese, che però riesce ancora a spuntare prezzi superiori. Fuori dai confini nazionali, ancora, secondo la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana, i consumatori più appassionati sono gli inglesi che non sembrano essere stati scoraggiati dalla Brexit e sono nel 2019 il primo mercato di sbocco delle spumante italiano con le bottiglie esportate che fanno registrare un aumento del 7% nelle vendite, mentre gli Stati Uniti sono al secondo posto con un balzo dell'11% pur in presenza di tensioni commerciali e timori collegati ai dazi, mentre in posizione più defilata sul podio si trova la Germania, rileva la Coldiretti, che rimane il terzo consumatore mondiale di spumante italiano ma che con la frenata dell'economia tedesca paga un calo dell'8% rispetto all'anno precedente.

Il mercato russo

Nella classifica delle bollicine italiane preferite nel mondo, ci sono tra gli altri il Prosecco, l'Asti e il Franciacorta che ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese, tanto che proprio sul mercato transalpino si registra una crescita record delle vendite del 30%. Ma lo spumante italiano – aggiunge la Coldiretti – piace molto anche nel Paese di Putin, visto l'incremento del 17% in Russia nonostante le tensioni causate dal perdurare dell'embargo su una serie di prodotti agroalimentari Made in Italy. E un aumento in doppia cifra si riscontra anche in Giappone, con +37%. “Sul successo delle bollicine tricolori nel mondo pesa però – sottolinea la Coldiretti – la contemporanea crescita delle imitazioni in tutti i continenti a partire dall'Europa dove sono in vendita bottiglie dal Kressecco al Meer-Secco prodotte in Germania che richiamano palesemente al nostrano Prosecco che viene venduto addirittura sfuso alla spina nei pub inglesi. All'estero finisce  il 70% della produzione nazionale di bollicine“.

L'etichetta d'origine 

“Sotto la spinta di 1,1 milioni di firme raccolte in sette Paesi europei, l'etichetta di origine degli alimenti, per impedire di spacciare come Made in Italy quelli ottenuti da prodotti stranieri, è all'ordine del giorno del Consiglio agricolo Ue”, rende noto la Coldiretti, che “ha promosso con successo insieme ad altre organizzazioni europee l'iniziativa dei cittadini europei (Ice) “Eat original! Unmask your food” per chiedere alla Commissione Ue di estendere l’obbligo di indicare l'origine in etichetta a tutti gli alimenti. “Si tratta di un risultato storico per una petizione che ha avuto il sostegno di numerose organizzazioni e sindacati di rappresentanza al fianco della Coldiretti e di Fondazione Campagna Amica: dalla Fnsea (il maggior sindacato agricolo francese) alla Ocu (la più grande associazione di consumatori spagnola), da Solidarnosc (storico e importante sindacato polacco) alla Upa (l'Unione dei piccoli agricoltori in Spagna), da Slow Food a Fondazione Univerde, a Gaia (associazione degli agricoltori greci) a Green protein (Ong svedese), alle quali se ne sono poi aggiunte molte altre”, si legge ancora. 

Farm to fork

“Il documento che sarà discusso in Consiglio – sottolinea la Coldiretti – ha avuto già il sostegno di Italia, Francia, Grecia, Portogallo e Spagna che, per rispondere alle aspettative dei consumatori, chiedono una normativa europea stringente sull’obbligo di indicare l'origine degli alimenti in etichetta. Si chiede in particolare che questo obiettivo possa divenire parte integrante della strategia “farm to fork” del Green New Deal proposto dalla Commissione europea alla quale si propone di formulare una proposta poiché le norme che entreranno in vigore nell'aprile 2020 non permetteranno un'informazione obbligatoria e completa al consumatore”. “Un successo per l'Italia dove è stato raccolto l'85% delle firme con il contributo – prosegue l'associazione – di cittadini e rappresentanti delle istituzioni della politica, dello sport, della ricerca e della cultura a partire dal ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, e del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al quale sono state consegnate simbolicamente le firme raccolte al Forum Coldiretti di Cernobbio l'ottobre scorso”.

Svolta europea

“La proposta al tavolo del Consiglio è una svolta storica per l'Unione Europea che – ricorda Coldiretti – ha avuto sinora un atteggiamento incerto e contradditorio, obbligando a indicare l'origine in etichetta per le uova ma non per gli ovoprodotti, per la carne fresca ma non per i salumi, per la frutta fresca ma non per i succhi e le marmellate, per il miele ma non per lo zucchero”. “Un'esigenza di chiarezza condivisa dalla stragrande maggioranza dei consumatori europei e dall'82% di quelli italiani che ritiene necessario superare le attuali politiche comunitarie sull'origine del cibo per contrastare un fenomeno, quello dei falsi e dei tarocchi, che solo all'Italia costa oltre 100 miliardi di euro all'anno nel mondo”, ha sottolineato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, nel ricordare che “l'obbligo di indicare l'origine è una battaglia storica della Coldiretti che ha portato l'Italia all’avanguardia in Europa per le politiche rivolte alla qualità, sicurezza alimentare e trasparenza dell'informazione”.  Grazie al pressing della Coldiretti è in vigore in Italia l'obbligo di indicare in etichetta l'origine per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018, del decreto interministeriale per l'origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro. Il 13 febbraio 2018 era entrato in vigore l'obbligo di indicare in etichetta l'origine del grano per la pasta e del riso, ma prima c'erano stati già diversi traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 è scattato l'obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l'obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, vigeva l'obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro”.

Il caso Sardegna

Sono un milione e mezzo le bottiglie di spumante prodotte ogni anno in Sardegna. I vitigni più utilizzati sono soprattutto Vermentino, Nuragus e Nasco, anche se ora si sperimentano pure vitigni a bacca rossa, come Pascale, Caricagiola e il Nieddera. Per valorizzare anche i vitigni minori autoctoni, tre anni fa, l'agenzia regionale Agris Sardegna ha promosso il progetto Akinas Spin Ov, esteso a un centinaio di vitigni per la produzione di spumante. Il progetto si è concluso ora con l'inserimento ufficiale nel registro delle varietà ammesse alla coltivazione di quasi trenta vitigni. “Il progetto Akinas Spin Ov si è concentrato sul recupero dei vitigni minori autoctoni sardi- spiega Onofrio Graviano, ricercatore, agronomo ed enologo-. All'iniziativa ha aderito una trentina di aziende, sia quelle più grandi e conosciute sia produttori più piccoli, che coltivano vitigni minori. La varietà è ampia. Abbiamo vinificato anche vitigni a bacca rossa, in bianco o rosé.  Quello preso come riferimento è il “Vermentino”, già utilizzato abbondantemente come base”. 

Percorso di trasparenza

A livello comunitario il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l'emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d'obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca. Dal primo gennaio 2004, c'è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l'obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, mentre la Commissione europea ha recentemente specificato che l'indicazione dell'origine è obbligatoria anche su funghi e tartufi spontanei“. Intanto una sfilata di 250 trattori ha invaso pacificamente questa mattina le strade di Pietrelcina, in provincia di Benevento. Così la Coldiretti della Campania ha voluto festeggiare la 69° Giornata Regionale del Ringraziamento, portando nel paese natale di San Pio un enorme schieramento di mezzi agricoli. L’appuntamento si è aperto con la celebrazione della santa messa – nella chiesa del convento dei Frati Cappuccini – per ringraziare il Signore del raccolto. Ad officiare il rito è stato l’arcivescovo di Benevento, monsignor Felice Accrocca. Presenti 1.500 agricoltori provenienti dalle cinque province campane. Il rito sacro è stato seguito, come da tradizione, dal corteo delle macchine agricole, benedette una ad una da monsignor Accrocca. L’iniziativa si è avvalsa del patrocinio del comune di Pietrelcina. In piazzetta Maria Pyle è stata allestita una rappresentanza dei prodotti agroalimentari regionali con Campagna Amica.