Marte, scienziati al lavoro: la sonda Nasa “Mro” individua un “buco” misterioso al Polo Sud

Crateri, depressioni, terreni particolari e, di tanto in tanto, una stranezza pronta a far gridare a qualche traccia di presenza aliena sulla sua superficie. Il pianeta Marte regala continuamente sorprese e nuovi potenziali argomenti di discussione e studio ma, stavolta, il “red planet” si è davvero superato: la sonda della Nasa “Mars reconnaissance orbiter” (Mro) ha infatti individuato, più o meno nella zona del Polo Sud, un misterioso “buco” di circa 100 metri di diametro, posto in un’area del pianeta che, inquadrata dall’alto, ricorda da vicino un tocco di formaggio svizzero. Un foro più grande del normale, sul quale gli scienziati hanno iniziato a lavorare tentando di scoprirne l’origine fisica e gli eventuali fattori che ne hanno provocato la formazione.

Origini ignote

Le ipotesi al vaglio degli esperti sono molte, poiché diverse sono le cause che potrebbero aver contribuito alla formazione dello strano “black hole”: anzitutto, il particolare terreno “a groviera” è stato formato dall’estate marziana, attualmente in corso, in grado di sciogliere lo strato di terreno ghiacciato composto prevalentemente da anidride carbonica. Fra le stranezze incluse nel “buco”, un riflesso luminoso che, anche osservando la foto di “Mro” (scattata dall’apparecchiatura ad altissima risoluzione HiRise), sembrerebbe avere tutta l’aria di essere un residuo di ghiaccio sul fondo. L’interrogativo, per il momento, è capire se la voragine (come detto di ampie dimensioni) sia stata formata da materiali caduti sul suolo di Marte o se vi sia stato un collasso del terreno, magari dovuto a un’attività vulcanica dei tempi remoti.

Scienziati al lavoro

Va detto che sul pianeta rosso sono caduti circa mezzo milione di meteoriti in grado di lasciare segni tangibili sul terreno e, di questo, gli scienziati stanno tenendo il debito conto. E’ anche vero, però, che le particolari conformazioni morfologiche di Marte sono un segno concreto di un intenso dinamismo ambientale. Tali fattori contribuiscono senza dubbio ad accrescere il numero di interrogativi attorno a un foro dalle caratteristiche così particolari per il quale, secondo quanto riportato, i ricercatori starebbero valutando anche l’ipotesi di una passata inondazione. Il “Mro”, in orbita dal 2006, ha già fornito numerosissime immagini alquanto dettagliate della superficie marziana e, oltre a fornire indicazioni più precise sulla natura fisica del “buco” scoperto, potrebbe presto rivelare ulteriori dettagli anche su altre zone del pianeta. D’altronde, dopo 11 anni in orbita, il suo vero e proprio lavoro lo ha già svolto egregiamente.