Futuro sommerso: la sopravvivenza dei bimbi del Kenya a rischio

Le forti piogge del Niño stanno causando morte e distruzione in Kenya. Nel mondo, la sopravvivenza di oltre 700 milioni di bambini è costantemente minacciata dal cambiamento climatico

Senghor
©UNICEF/UN0594299/Naftalin

Il Kenya sta affrontando da giorni forti piogge dovute al fenomeno climatico del Niño e che hanno provocato, finora, decine di vittime e oltre 85.000 sfollati, distruggendo campi, case e scuole e mettendo così a rischio la vita e il futuro dei bambini. L’analisi di Isabella Piro per L’Osservatore Romano.

Futuro sommerso: la sopravvivenza dei bimbi del Kenya a rischio

Vorrebbero andare a scuola per costruirsi un futuro, ma la loro scuola è stata sommersa dalle inondazioni. E per questi tre bambini del Kenya — residenti nel villaggio di Mororo, nella contea di Garissa — il domani sembra naufragato tra le acque limacciose che hanno invaso l’intero territorio. Il Paese africano, infatti, sta affrontando da giorni e giorni forti piogge dovute al fenomeno climatico del Niño e che hanno provocato, finora, decine di vittime e oltre 85.000 sfollati, mettendo particolarmente a rischio la vita e il futuro dei bambini.

Ma quello del Kenya non è un caso isolato: secondo un nuovo rapporto dell’Unicef — intitolato The Climate Changed Child e lanciato in vista della Cop28 di Dubai — la sopravvivenza di 1 bambino su 3, ovvero di 739 milioni nel mondo, è costantemente minacciata dal cambiamento climatico. E piogge, inondazioni, alluvioni sono solo una faccia della medaglia. L’altra rivela il pesante impatto che ha sui minori di molti Paesi del globo la diminuzione della disponibilità di acqua e l’inadeguatezza delle risorse idriche potabili, nonché dei servizi igienici.

Secondo i dati che emergono dal rapporto, spiega l’Unicef, «la maggior parte dei bambini che vivono in luoghi con risorse idriche limitate, abbassamento della falda freatica o rischio di siccità, si trova nelle regioni del Medio Oriente, Nord Africa e dell’Asia meridionale». E tra loro, sono ben 436 milioni quelli che, nel solo 2022, hanno affrontato «una vulnerabilità idrica estrema che ha messo a rischio la loro vita, la loro salute e il loro benessere». Fra i Paesi più colpiti ci sono Niger, Giordania, Burkina Faso, Yemen, Ciad e Namibia, dove la sopravvivenza di 8 minori su 10 è costantemente a rischio.

«Le conseguenze del cambiamento climatico sono devastanti per i bambini», afferma Catherine Russell, direttore generale dell’Unicef. «Tutto questo sta cambiando non solo il loro mondo, con fonti d’acqua che si prosciugano ed eventi atmosferici terrificanti che diventano più forti e più frequenti — sottolinea —, ma anche il loro benessere, visto che il cambiamento climatico influenza la salute mentale e fisica».

Ma nonostante questa particolare vulnerabilità, i minori sembrano essere «ignorati o trascurati nelle decisioni sui cambiamenti climatici», ribadisce il Fondo Onu per l’infanzia, ricordando che «solo il 2,4 per cento dei finanziamenti per il clima sostiene progetti che rispondono alle esigenze dei bambini». In vista della Cop28, dunque, l’Unicef avanza alcune richieste alla comunità internazionale, tra le quali: «Prendere in considerazione i diritti dei bambini all’interno della decisione finale della Cop28; convocare un dialogo tra esperti su minori e cambiamenti climatici; garantire che il Fondo per le perdite e i danni e gli accordi di finanziamento rispondano alle esigenze dei più piccoli». «È nostra responsabilità collettiva — conclude Russell — mettere ogni bambino al centro di un’azione globale urgente per il clima».

Fonte: Osservatore Romano