Ucraina, Di Maio: “I nostri soldati non andranno in guerra”

Di Maio: "Questa è la guerra di Putin e solo Putin può fermarla o in maniera scellerata pensare di allargarla. Da noi non verranno mai azioni che contribuiscano all’escalation"

“I soldati italiani non andranno in guerra in Ucraina ed è il motivo per cui non vogliamo la no-fly zone. Non siamo disponibili a mandare soldati sul terreno: usiamo tutti gli strumenti pacifici che servono per fermare Putin” Così il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, a “Dritto e Rovescio”.

“Ormai 10 giorni fa” da Zelensky è arrivata “un’apertura a Putin. Dall’altra parte stiamo vedendo una Russia che cerca soltanto di far credere che vuole un accordo di pace e continua a colpire non solo obiettivi militari ma presidi civili“, ha puntualizzato stamani Di Maio a Speciale Tg1.

Di Maio: “Putin non sembra volere la pace”

Questa è la guerra di Putin e solo Putin può fermarla o in maniera scellerata pensare di allargarla. Da noi non verranno mai azioni che contribuiscano all’escalation”, ha detto riportato da TgCom24.

“Sono d’accordo con il segretario di Stato Usa Antony Blinken che ha detto che Putin non sembra voler la pace”, ha continuato Di Maio. Putin “aveva immaginato di prendere l’Ucraina in pochi giorni, quello che stiamo vedendo è il fallimento dei suoi programmi. Ma questo non mi rincuora, significa che l’esercito russo potrebbe aumentare ulteriormente l’aggressività”, ha sottolineato il ministro degli Esteri.

“Credo dunque che per un accordo di pace, inteso come risolvere le questioni legate a sovranità e posizione dell’Ucraina, ci vorrà tempo e per questo dobbiamo dividere i due tavoli: ci sarà quello per l’accordo di pace finale – per il quale servirà molto tempo e spero di esse smentito -; ma il tavolo principale su cui lavorare è quello che ci serve a creare dei cessate il fuoco per permettere ai civili di andare via da quelle città”, ha dichiarato ancora Di Maio.

Di Maio “Ancora 326 italiani nel Paese”

Il ministro ha poi detto che in Ucraina su circa 2mila italiani presenti all’inizio della guerra ne sono rimasti 326 “e credo che anche in queste ore continueranno a diminuire”. L’unità di crisi della Farnesina “sta lavorando ogni giorno per portarli via. Ci sono alcune città, come Kherson e Mariupol, dalle quali per riuscire a portare via gli italiani servono le condizioni di sicurezza”.