INIZIA L’ULTIMA SETTIMANA DA SINDACO DI MARINO, SALVO “COLPI DI SCENA”

Inizia oggi l’ultima settimana da sindaco di Roma dell’ex chirurgo Dem Ignazio Marino, salvo ripensamenti dell’ultimo secondo che risulterebbero sicuramente indigesti al suo stesso partito. Entro giovedì dovrebbe essere convocata una riunione dei capigruppo poi, dal 2 novembre la decadenza del sindaco e il commissariamento della città. Marino si era dimesso il 12 ottobre scorso consegnando nelle mani della presidente del Consiglio comunale Valeria Baglio la sua lettera di addio con la quale dava seguito all’annuncio di dimissioni fatto pochi giorni prima, giovedì 8. “Ho ricevuto poco fa dal sindaco di Roma Ignazio Marino la lettera con cui comunica le proprie dimissioni che sono state formalizzate e protocollate. Ora diventano efficaci trascorso il termine di 20 giorni – aveva confermato la presidente dell’Assemblea Capitolina – Marino è amareggiato per le dimissioni, ma c’è anche la serenità e la responsabilità di una decisione presa per il bene della città”.

Proseguono intanto le manifestazioni di piazza che chiedono al primo cittadino di ritirare le dimissioni. Intorno alle 13 di ieri il chirurgo è salito sulla scalinata che affaccia su piazza del Campidoglio e ha arringato la folla dei suoi sostenitori riuniti a centinaia con slogan del tipo “Daje Marino ripensaci”. “Questa piazza mi dà il coraggio e la determinazione di andare avanti. Voi mi chiedete di ripensarci? – ha dichiarato il primo cittadino – Ci penso e non vi deluderò”. “Noi non inseguiamo sogni, noi sogniamo il futuro della nostra città che è la capitale d’Italia. Noi siamo realisti – ha detto citando Che Guevara – e vogliamo l’impossibile”.

Gelida la risposta del senatore Pd, l’assessore Stefano Esposito: “Marino? Un’esperienza chiusa. Per quanto riguarda il Pd non cambia nulla. La posizione del partito e del gruppo consiliare è chiara. Le piazze democratiche sono sempre belle ma oggi ho visto più che molto Pd parecchie bandiere di forze politiche avversarie del Pd, come Sel Rifondazione e soprattutto cartelli contro Renzi”.