MESSICO, SINDACO ANTI NARCOS UCCISO A POCHE ORE DALL’INSEDIAMENTO

Un nuovo caso di violenza ha insanguinato il Messico. A farne le spese, questa volta, è stata la 33enne Gisella Mota, uccisa un giorno dopo il suo insediamento come sindaco di Temixco, una cittadina nello stato di Morelos a 85 chilometri a sud di Città del Messico. La donna, del Partito di sinistra della Rivoluzione Democratica, aveva promesso ai sui concittadini che avrebbe contrastato con forza la criminalità organizzata e lo strapotere dei narcotrafficanti che operano quasi indisturbati nella piccola città industriale di circa 90.000 abitanti.

Parole che devono aver preoccupato qualche capo clan perché, poche ore dopo aver prestato giuramento, la Mota è stata assassinata nel suo appartamento insieme ad altre due persone da un commando di quattro killer. Secondo la ricostruzione fornita da alcuni media locali, dopo l’omicidio si è scatenato un conflitto a fuoco tra gli assassini e la scorta del sindaco. Due degli aggressori sono morti e altri due sono stati arrestati. Secondo altre fonti, invece, la sparatoria è cominciata quando i quattro, in fuga a bordo di un furgone, si sono scontrati accidentalmente con una pattuglia della polizia. Il Governatore Ramirez ha assicurato che non ci sarà “impunità” per l’assassinio di Gisela Mota, che avviene nel bel mezzo di una battaglia politica sul coinvolgimento della polizia locale con i cartelli della droga.

Il Messico, e in particolare lo Stato di Morelos, non sono nuovi a questo genere di episodi. Secondo uno studio del Consiglio per la sicurezza pubblica, diffuso nel 2015, a Morelos si registra l’indice di violenza più elevato dei 32 Stati messicani: i dati ufficiali parlano di 449 omicidi nel 2015, 24 in più del 2014. Uno gruppi narcos presenti in loco è il cartello dei “Guerreros Unidos” accusato di essere responsabile della sparizione di 43 studenti nel settembre 2014 nel vicino stato di Guerrero.