Welfare aziendale: introdotti i nuovi requisiti fiscali

Una circolare dell’Agenzia delle entrate ha illustrato le modifiche introdotte dal decreto Anticipi

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

L’Agenzia delle entrate, in una apposita circolare, ha chiarito che, gli interventi di welfare aziendale, valgono fino a mille euro senza imposte per tutti i dipendenti e fino a duemila per coloro i quali hanno figli a carico.

Le imposte

Gli interventi di welfare aziendale come, ad esempio, i contributi per l’affitto e quelli per le bollette valgono fino a mille euro senza imposte per tutti i dipendenti e fino a 2mila per quelli con figli a carico: lo chiarisce l’Agenzia delle entrate con una circolare.

La circolare

“Il limite entro il quale è possibile riconoscere beni e servizi esenti da imposte, ordinariamente fissato a 258,23 euro, si legge, è stabilito a mille euro, con ulteriore innalzamento a 2mila euro per i dipendenti con figli a carico”. La legge di Bilancio 2024 (in deroga all’art. 51 del Tuir), infatti, stabilisce che non concorrono al reddito di lavoro dipendente, entro il limite di mille euro, i beni e i servizi prestati e le somme erogate o rimborsate ai lavoratori. Questo tetto sale a 2mila euro se il dipendente ha figli a carico.

I “fringe benefit”

Tra i fringe benefit possono rientrare non solo le somme per il pagamento delle utenze domestiche (energia elettrica, acqua e gas), ma anche quelle per l’affitto o gli interessi sul mutuo dell’abitazione principale del lavoratore, anche se il contratto di affitto o il mutuo sono intestati al coniuge o a un altro familiare del dipendente.

Fonte: Ansa