Il significato politico che c’è dietro la mozione di sfiducia al ministro Speranza

Con 29 voti a favore, 221 contrari e tre astensioni non passa la mozione di sfiducia al ministro Speranza. La maggioranza si ricompatta. Fratelli d'Italia più isolati

Roberto Speranza Astrazeneca

Il Senato boccia la mozione di sfiducia, proposta da Fratelli d’Italia, al ministro della Salute, Roberto Speranza: 29 voti a favore, 221 contrari e tre astensioni.

Le parole del ministro Speranza

Nel suo intervento in aula, Speranza ha difeso l’azione di governo sottolineando come “dopo 7 governi” in cui il piano pandemico non era stato aggiornato, ora invece c’è. “In un grande Paese non si fa politica su una grande epidemia”. E ricorda come l’Italia sia arrivata “impreparata al Covid perché per decenni è stata trascurata la sanità pubblica considerata come un costo”.

Gli effetti politici della mozione di sfiducia

Ma la mozione di sfiducia al ministro della Salute ha avuto anche degli altri risvolti politici: dopo le divisioni di ieri sul coprifuoco, la maggioranza di governo si è di fatto ricompattata attorno al ‘no’ alla mozione di sfiducia a Roberto Speranza.

Inoltre Lega e Forza Italia hanno isolato Fratelli d’Italia, che, dall’opposizione, ha promosso la mozione individuale contro il ministro Speranza.

A Palazzo Madama, infatti, tutto il centrodestra che sta al governo, salvo distinguo personali, ha votato contro la mozione di sfiducia, proponendo invece una commissione di inchiesta sulla gestione della pandemia da parte del ministero della Salute.  

Le reazioni politiche

“Noi diamo la fiducia a Draghi. Speranza non lo stimo ma noi lavoriamo da dentro per migliorare i documenti come il Pnrr che è migliorato rispetto a quello di Conte”, spiega Matteo Salvini. “Diciamo a Fratelli d’Italia che è molto meglio lavorare su una commissione di inchiesta piuttosto che presentare mozioni che hanno più lo scopo mettere in difficoltà la Lega e Forza Italia che il ministro Speranza”, aggiunge il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, annunciando il voto contrario in Aula.  

Anche il movimento di Toti “Cambiamo” ha votato no al voto di sfiducia sul ministro Speranza”. “Le differenze politiche restano ma il bilancio non va fatto ora. Dobbiamo lavorare insieme pur nelle differenze di ciascuno. E’ questo lo spirito del governo Draghi che ‘Cambiamo’ condivide e rilancia – si spiega – Le divisioni verranno, ora è il momento di lavorare assieme per il bene del Paese”.   

La posizione di Fratelli d’Italia

“Il ministro Speranza si deve dimettere perchè è il principale responsabile del fallimento della guerra contro il Covid“, afferma il capogruppo di FdI a Palazzo Madama Luca Ciriani. “Ed e’ il responsabile di un regime di chiusure e di un coprifuoco insensati di cui chiediamo ancora una volta la cancellazione”.

La maggioranza sostiene Roberto Speranza

Maggioranza d’accordo nel dire no alla sfiducia. “Un voto deciso e convinto contro un atto d’accusa pretestuoso verso chi ha dovuto affrontare la vicenda inedita della pandemia prima di tutti gli altri in Europa e lo ha fatto con rigore e serietà, tutelando prima di tutto la salute dei cittadini”, dice Francesco Laforgia, senatore di Leu.

“Noi riteniamo questa mozione legittima, ma sbagliata politicamente e umanamente”, è invece la posizione di Italia viva, espressa dal capogruppo al Senato, Davide Faraone. “E’ sbagliata perché mina l’unità della classe dirigente del Paese proprio quando siamo travolti della pandemia. E mina la credibilità delle istituzioni, il ministero della Salute, dell’Aifa e del Cts. Ed e’ umanamente discutibile, perche’ credo che tutti noi, prima di essere politici, siamo donne e uomini. E io non avrei mai voluto essere al posto del ministro Speranza e di tutto coloro che, in questi mesi hanno, dovuto prendere decisioni da cui dipendeva la vita o la morte di centinaia di migliaia di persone”.   

Pd e M5s voteranno contro la fiducia e dai pentastellati si precisa che l’assenza del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, che nei giorni scorsi aveva espresso critiche sul piano pandemico, è dovuta al fatto che proprio questa mattina e’ nato suo figlio.

In Forza Italia si differenzia il senatore Maurizio Gasparri. “La sfiducia personale è uno strumento discutibile, io non partecipo al voto. Draghi è una certezza, ma anche Speranza: al contrario, di incapacità e inadeguatezza. Se Draghi ha la mia fiducia, Speranza non può averla”, fa sapere.   

“Intorno a Speranza si e’ creata una rete di amicizie e di complicità che gli permette di scrivere un libro, consegnarlo alle librerie e poi farlo ritirare”, attacca invece Gianluigi Paragone, leader di ItalExit, e tra i promotori della mozione di sfiducia.