Il Papa: “Il mondo ha sete della Parola di Dio ma spesso la ignora”

Nell'omelia della Santa Messa, il Santo Padre invita a riscoprire la mitezza della Parola di Dio, "mentre la società e i social accentuano la violenza delle parole"

Papa Francesco Parola di Dio
Foto © VaticanMedia

“La Parola di Dio sprigiona la potenza dello Spirito Santo”. È una forza che “attira a Dio”, come accadde ai giovani pescatori che ascoltarono per primi le parole di Gesù. Ed è questa stessa forza a “inviare”, attraverso il cuore ricolmo di Spirito, verso coloro che “sono lontani dal Signore”. Nell’omelia della Santa Messa nella terza domenica del Tempo ordinario, Papa Francesco invita a riflettere sul significato intrecciato dei due concetti insiti nel messaggio evangelico: attrarre a Dio e inviare agli altri. Le prerogative per chi “dilata il cuore”, aprendosi a “orizzonti impensati”.

Perché la Parola di Dio “desidera fare questo in ognuno di noi”, proprio come avvenne per i primi discepoli: “Egli ci chiama a prendere il largo con Lui per gli altri. Sì, la Parola suscita la missione, ci fa messaggeri e testimoni di Dio per un mondo pieno di parole, ma assetato di quella Parola che spesso ignora”.

Cambiare e pregare

Eppure, ribadisce il Papa, “non possiamo fare a meno della Parola di Dio”, né “della sua forza mite che, come in un dialogo, tocca il cuore, s’imprime nell’anima, la rinnova con la pace di Gesù, che rende inquieti per gli altri”. Nonostante questo, esiste un rischio nel quale, fin troppo spesso, incorre chi ascolta: quello di lasciarsi “scivolare addosso pure la Parola di Dio: la sentiamo, ma non la ascoltiamo; la ascoltiamo, ma non la custodiamo; la custodiamo, ma non ci lasciamo provocare per cambiare”. E, soprattutto, “la leggiamo ma non la preghiamo”. Dimenticando come le due dimensioni fondanti della preghiera cristiana siano proprio “l’ascolto della Parola e l’adorazione del Signore. Facciamo spazio alla Parola di Gesù, alla Parola di Gesù pregata e accadrà per noi come ai primi discepoli”.

La Parola mite

Un rischio, questo, che si riflette nelle nostre abitudini: “Tante volte fatichiamo a lasciare le nostre sicurezze… Ma chi sta a contatto con la Parola guarisce dai lacci del passato, perché la Parola viva reinterpreta la vita, risana anche la memoria ferita innestando il ricordo di Dio e delle sue opere per noi”. Raccontando le opere compiute da Dio per noi, “la Sacra Scrittura scioglie gli ormeggi di una fede paralizzata e ci fa riassaporare la vita cristiana com’è veramente”.

Quello del Santo Padre, è un invito a guardare alla Domenica della Parola di Dio per “tornare con gioia alle sorgenti della fede, che nasce dall’ascolto di Gesù, Verbo del Dio vivente. Mentre si dicono e leggono in continuazione parole sulla Chiesa, ci aiuti a riscoprire la Parola di vita che risuona nella Chiesa”. Un aspetto fondamentale nel mondo di oggi: “Mentre la società e i social accentuano la violenza delle parole, noi stringiamoci alla mitezza della Parola di Dio che salva, che è mite, che non fa rumore, che entra nel cuore”.