Egitto: portato alla luce il “sepolcro” della nave di Sesostri III

La notizia di nuova grande scoperta archeologica giunge dall’Egitto: tra le dune del deserto, a poca distanza dalla tomba del faraone Sesostri III, è stata rinvenuta una camera ipogea decorata dai dipinti di oltre 120 navi, meravigliosamente conservati. Datata 1840 a.C. (XII dinastia), la lunga stanza fa parte del complesso archeologico della città di Abydos, a ovest del Nilo, a circa 65 metri dalla tomba dello stesso faraone.

Le ricerche sul luogo del ritrovamento erano state in parte avviate già oltre un secolo fa, nel 1901, quando una spedizione britannica guidata dall’archeologo Arthur Weigall avviò un’operazione di scavo dopo aver constatato la presenza della camera, notandone la copertura con la volta a botte e alcune parti dei muri di sostegno interni. Il lavoro di Weigall fu interrotto dal collasso del tetto della struttura e, da allora, il sito venne in parte dimenticato, almeno fino a due anni fa, quando gli scavi furono ripresi e portarono, inizialmente, al rinvenimento di oltre 100 pezzi di oggettistica e altri reperti.

La particolarità della scoperta risiede nel ruolo che, presumibilmente, la stanza doveva avere all’interno del complesso funerario di Sesostri: la  sua forma allungata (21 metri di lunghezza per 4 di larghezza) e l’inclinazione del pavimento convergente verso il centro, hanno da subito fatto pensare a un vano destinato a ospitare una barca di legno. A conferma di questa tesi, oltre ai dipinti delle pareti che raffigurano oltre 120 barche di diversa forma e grandezza (alcune molto semplici, altre più articolate, complete di alberi maestri), ci sarebbero dei frammenti di legno, presumibilmente appartenenti allo scafo dell’imbarcazione. Il resto del legname, secondo le ipotesi, sarebbe stato trafugato già in età antica, probabilmente per la sua ottima qualità (forse cedro libanese).

Pur lontani dall’aspettarsi di portare alla luce un locale di questo tipo, gli archeologi hanno spiegato che la tradizione funeraria dell’Antico Egitto prevedeva l’interramento delle barche nei pressi della tomba del sovrano. Un’usanza via via accantonata per far posto a riti funebri diversi ma largamente, e per lungo tempo, utilizzata durante i processi d’inumazione dei defunti. In particolare, nello stesso sito di Abydos sono state rinvenute, in un altro punto degli scavi, i resti di una quindicina di navi nei pressi di una tomba, risalenti addirittura alla I dinastia (3250-2925 a.C.). La recente scoperta va dunque a collocarsi all’interno di una tradizione di oltre 1200 anni.

Gli scavi sul sito sono stati condotti dall’Università della Pennsylvania in collaborazione con il Ministero egiziano delle antichità, e in parte finanziati dalla National Geographic Society.